Tutti si affrettano a specificare che sono solo piccole percentuali. Eppure le storie di chi dal vaccino contro il Covid ha ricevuto più danni che benefici sono tante. Per il governo e per l’Aifa sono solo “numeri” di poco conto, ma quelle sono vite. Vite come quelle di tutti gli altri. Perse o rovinate per sempre. Li hanno catalogati sotto la voce “casi rari” e risolto il problema. La Verità racconta oggi la storia di Giulia (nome di fantasia per proteggere la sua privacy), 51 anni: “Lei era una mamma, era una figlia, che ha visto la sua vita sgretolarsi dopo essersi affidata alla scienza. Due dosi di vaccino fatte, un calvario lungo nove mesi, nessuna parola di conforto, nessuna diagnosi e nessuna cura. Giulia ha visto il vuoto davanti a sé, non c’erano spiragli di salvezza, ma solo un buio così profondo da portarle via fino l’ultima goccia di speranza e così ha fatto quella scelta, si è tolta la vita”. (Continua a leggere dopo la foto)
A raccontare a La Verità la sua storia è la mamma di Giulia, la quale non si dà pace perché la figlia non c’è più. Ma lei vuole testimoniare, far sapere che i danneggiati da vaccino esistono, ma quello che distrugge ancora di più è il mare di indifferenza nel quale sprofondano senza che nessuno possa portarli in salvo. Di cosa soffriva sua figlia? La mamma mostra un plico di foglio con tutte analisi fatte in soli nove mesi: “La lista è lunga, qui la sintetizzano in nove punti. Nove sintomi diversi (il referto riporta forte astenia, bruciore di stomaco, bruciore alla lingua e alle gengive, che avevano iniziato a sanguinare, fotosensibilità, dolore agli arti, ipersensibilità ai suoni e forti acufeni, ipersensibilità olfattiva, problema di deglutizione e amenorrea), che si sono sviluppati a poco a poco, una dopo l’altra iniziando già dopo la prima dose”. Ma Giulia non ci ha fatto caso, non ha pensato che quei bruciori potessero essere do-vuti alla vaccinazione. (Continua a leggere dopo la foto)
“Dopo la seconda dose i sintomi hanno iniziato a peggiorare repentinamente” si legge in un referto. “Bruciava in tutto il corpo, la pelle le faceva così male da non sopportare neanche i vestiti, persino la bocca le bruciava e le gengive le sanguinavano spesso”, ricorda la mamma. Aveva difficoltà anche a stare in piedi e così aveva abbandonato la sua autonomia ed era tornata a vivere a casa dei genitori. Una sconfitta a 51 anni per lei che non aveva mai avuto alcun tipo di problema di salute. La mamma racconta che “negli scorsi mesi, tra le varie sofferenze, la peggiore era il non riuscire più a deglutire e quindi, a mangiare. Sopravviveva grazie agli omogenizzati e alla carne frullata. Non era vita quella, un dolore talmente evidente, ma nessuno sorprendentemente se ne è occupato. Purtroppo è quello che è accaduto, ed è quello che vivono ogni giorno tutte le persone che sono state «sfortunate»”. Perché non si deve sapere, altrimenti la campagna a favore di Big Pharma potrebbe risentirne. (Continua a leggere dopo la foto)
“Giulia – ricorda ancora la mamma – è stata una delle prime a inviare la sua testimonianza al Comitato Ascoltami, un gruppo spontaneo nato a ottobre scorso a cui si sono iscritti sempre più danneggiati dal vaccino per far sì che le tante voci si sommassero, con la speranza di riuscire a trovare diagnosi e cure”. E ora sono più di mille, ma per ora continuano a essere invisibili, come racconta Federica Angeli, la fondatrice del Comitato. “Siamo andati persino in Senato, abbiamo fatto una richiesta ufficiale per essere ascoltati in Commissione Sanità, perché noi ci siamo fidati dello Stato, abbiamo adempiuto al nostro dovere civico e morale di vaccinarci, ma ora vorremmo che sia lo Stato a rispettare il suo dovere di curarci”. Lei stessa convive da il mesi con gli effetti avversi da vaccino, è passato quasi un anno e nonostante le medicine e le visite specialistiche, i tanti soldi spesi nella speranza di trovare una soluzione, non smette di bruciare.
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