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L’Ue dichiara guerra agli allevamenti bovini. La rabbia dell’Italia: “Conseguenze devastanti”

Pubblicato il 17/03/2023 13:01 - Aggiornato il 19/03/2023 16:43

L’Unione Europea non si arrende e, anzi, tira dritta per la sua strada. Nonostante le proteste di tanti dipendenti e operatori del settore, Bruxelles ha scelto quali saranno i cibi che dovremo mangiare nei prossimi anni, a partire dai tanto contestati insetti. Dichiarando guerra, nel frattempo, alle vecchie abitudini. Nonostante la posizione contraria dell’Italia, al Consiglio dei ministri Ue è stato trovato l’accordo sulla direttiva contro le emissioni, testo che nella nuova versione copre ora anche gli allevamenti. Un compromesso raggiunto grazie agli sforzi di Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi, scesi a compromessi, mentre la Bulgaria si è astenuta. Il nostro Paese si era invece espresso in maniera contraria. (Continua a leggere dopo la foto)
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ue allevamenti bovini

“Non possiamo accogliere il testo – aveva detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin al Sole 24 Ore – perchè le soglie per i bovini sono per noi inaccettabili”. Della stessa idea anche il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Le soglie indicate per i bovini rischiano di portare alla desertificazione di un settore produttivo primario in Europa. Queste iniziative basate su scelte ideologiche rischiano di portare aumenti dei costi di allevamento, a vantaggio della concorrenza dei Paesi extra-Ue che non avranno gli stessi vincoli”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una posizione che era stata sposata anche dalle varie associazioni agricole, come Confagricoltura che per bocca del presidente Massimiliano Giansanti ha spiegato: “Il voto di oggi al Consiglio della Ue non va nella direzione auspicata. Lavoreremo insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca affinché, nella fase di discussione, riesca a modificare l’orientamento generale e arrivare a una decisione finale favorevole per le imprese e per il settore degli allevamenti”.
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Per Ettore Prandini, presidente Coldiretti, la direttiva “ammazza- stalle equipara gli allevamenti alle fabbriche spingendoli alla chiusura”. Se non adeguatamente contrastata, la proposta della Commissione “potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare”.

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