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“Stop alle caldaie”. L’Europa impone il cambiamento: ecco entro quando e come fare per sostituirle

Pubblicato il 16/02/2023 11:56
europa caldaie case green

Ancora l’Europa. Mentre ci impongono come dobbiamo vestirci, come dobbiamo mangiare (insetti e farina di grillo) e come dobbiamo spostarci (via le auto a diesel e a benzina), ora stabiliscono anche come dobbiamo scaldarci. Non bastava il disastro fatto nella gestione della crisi russo-ucraina con Paesi interi lasciati a svenarsi per riscaldarsi dopo il blocco del gas russo. Ora la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo dà anche il via libera alla revisione della direttiva Ue sulle “case green“, fissando come obiettivi la classe energetica “E” entro il 2030 e quella “D” entro il 2033. Lo scopo è quello di raggiungere emissioni zero entro e non oltre il 2050. E va bene, ma nei fatti tutto questo cosa comporta per cittadini e imprese? Il provvedimento sarà votato dal 13 al 16 marzo. Se approvato, poi dovrà essere applicato da ciascun Paese membro. Cosa succederà? Perché ci vanno di mezzo le nostre caldaie? (Continua a leggere dopo la foto)
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C’è un calendario fitto e dettagliato che stabilisce gli obiettivi da raggiungere entro alcune date per arrivare alle “case green” tanto care all’Europa. Il primo è fissato entro il primo gennaio 2024, e potrebbe creare non pochi problemi ai cittadini, con il divieto di agevolazioni per le caldaie alimentate a combustibili fossili (a gas per intenderci). La presenza in un’abitazione di una caldaia di questo tipo abbassa la classe energetica e di conseguenza anche il valore dell’immobile. I cittadini dovranno dunque provvedere a sostituire le caldaie. Ma ci saranno aiuti da parte dello Stato? (Continua a leggere dopo la foto)
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Spiega il Corriere in un articolo sulle case green che vuole l’Europa: “Attualmente le caldaie possono essere sostituite con l’agevolazione del Bonus al 50% per interventi di ristrutturazione semplice”. Tale bonus dovrebbe essere rinnovato anche dall’attuale governo proprio per agevolare i cittadini con le sostituzioni. L’importo viene riconosciuto per nuovi impianto di classe A come agevolazione fiscale pari al 50% delle spese sostenute (per un importo massimo di 30.000 euro). Si può poi inoltre sfruttare l’ormai noto “Ecobonus”, con l’agevolazione al 65%, che prevede la sostituzione della caldaia con una di classe A e contestualmente “l’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VII per il controllo della temperatura dell’acqua in relazione a quella ambientale”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Cosa succederà tra il 2025 e il 2029

Se l’approvazione della nuova direttiva dell’Europa sulle case green avvenisse già questa estate, il recepimento potrebbe scattare dall’estate del 2025, perché la direttiva stessa prevede un tempo di due anni dall’approvazione perché i Paesi membri la recepiscano. Da quel momento, quindi, sarà vietato installare caldaie a combustibili fossili nei nuovi edifici e negli edifici in ristrutturazione. Precisa ancora il Corriere che sono esclusi dal divieto le caldaie che possono funzionare con combustibili rinnovabili (si parla di biometano o idrogeno) e gli impianti ibridi (come la pompa di calore o la caldaia a condensazione). Tra il 2025 e il 2026, invece, si attuerà il declassamento delle performance energetiche. Il divieto di vendita in assoluto della caldaie a gas potrebbe invece scattare dal 2029.

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