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“Caldaie, arriva un’altra stangata”. L’Ue ci impone anche questa: chi dovrà rinunciare ai bonus

Pubblicato il 15/03/2023 13:43

Addio incentivi fiscali per le caldaie a gas. Nei piani dell’Unione Europea c’è infatti l’idea di abolirli del tutto o quantomeno di cambiarne radicalmente la struttura, visto che le agevolazioni attualmente in vigore potrebbero essere destinate ad apparecchi diversi. Tra queste, per esempio, l’ecobonus. Come raccontato dal Sole 24 Ore, il Parlamento Ue valuterà nei prossimi giorni se confermare o meno il testo della direttiva sulle “case Green”, con i nuovi incentivi che potrebbero essere destinati agli apparecchi ibridi e a quelli certificati per funzionare con gas rinnovabili, come l’idrogeno. Sul fronte riscaldamenti, Bruxelles ha già indicato nuovi obiettivi: il principio di fondo è che i nuovi edifici e quelli già esistenti e in fase di ristrutturazione saranno interessati dal divieto di utilizzare riscaldamenti a combustibili fossili. (Continua a leggere dopo la foto)
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Guerra aperta, dunque, alle caldaie a gas, destinate a scomparire. In questi limiti, però, non rientreranno i sistemi ibridi (come quelli costituiti da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore) e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili. Una modifica inserita successivamente nel testo per ottenere l’ok dei Popolari. (Continua a leggere dopo la foto)
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Oltre al divieto, la direttiva dà anche indicazioni precise sulle agevolazioni: “Gli Stati membri non offrono più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili”. Il tutto dovrà avvenire “al più tardi da gennaio del 2024”. Anche il governo italiano, dunque, dovrà adeguarsi, salvo dietrofront di Bruxelles nei prossimi giorni. E in fretta, visti i tempi molto stretti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un altro passaggio del testo recita: “I Paesi membri non dovrebbero offrire incentivi finanziari per l’installazione di caldaie a combustibile fossile a partire dall’entrata in vigore della presente direttiva”. Divieto di installazione, dunque, e divieto di agevolazioni, con i bonus che in ogni caso dovrebbero essere destinati “alle famiglie vulnerabili e a basso reddito”.

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