Ammettiamolo, in molti non ce ne eravamo accorti, eppure Marco Travaglio è di destra. Almeno così la pensa Andrea Orlando, l’ex ministro della Giustizia nei governi Letta e Gentiloni e del Lavoro con la presidenza Draghi. Travaglio, non sapendo neppure lui di essere di destra, non l’ha presa benissimo. Il tutto dinanzi una stupita e anche un po’ divertita Lilli Gruber, che ospitava i due (Travaglio era in collegamento) nella puntata di ieri di Otto e mezzo su La7. Si parlava della questione che tiene banco da giorni: la vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis, e dunque dell’ergastolo ostativo. Ecco l’intera passaggio in questione, ripreso da alcune testate tra cui Il Tempo, nelle parole di Andrea Orlando, che risponde alle accuse del giornalista circa il regime di 41 bis: “Tendo ad escludere che Matteo Messina Denaro faccia uno sciopero della fame di cento giorni, nel caso credo che il tema della vita umana si ponga. È stato posto anche quando ci fu la morte in carcere di Bernardo Provenzano: si proseguì il 41 bis non senza dilemmi e non senza perplessità”. E poi: “Non mi meraviglia che Travaglio la pensi in questa maniera, perché c’è un’idea dell’esecuzione della pena che accomuna destre diverse, anche quando casualmente si sono trovate su fronti diversi”. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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“Diversa” e “su fronti diversi”, ma pur sempre “Destra”. Dal canto suo, il sempre umile direttore de il Fatto Quotidiano parla in terza persona, come Giulio Cesare. Ecco la sua replica: “Travaglio vuole che le leggi siano fatte e vengano rispettate, lei fa le leggi e vuole che siano derogate. Lei è stato ministro della Giustizia in due governi, poteva togliere il 41-bis a tutti i terroristi e lasciarlo ai mafiosi, perché parla adesso?”. Andrea Orlando, allora, parla di “situazioni oggettivamente diverse” e di una “diversa organizzazione” degli anarchici rispetto a Cosa nostra. Lilli Gruber, neanche lei, credeva alle sue orecchie e ha chiesto ancora a Orlando se davvero reputasse Marco Travaglio di destra. (Continua a leggere dopo la foto)
L’ex ministro, però, ha ribadito: “Su questo sì”. Il 41-bis è stato previsto, ha proseguito, su una specifica fattispecie, “quella dei boss che ordinavano dal carcere cosa fare all’esterno”. Oggi, dunque, sarebbe “difficile pensare che gli anarchici abbiano la stessa capacità dei mafiosi di dare direttive”.
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