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Perché se la farina costa meno sale comunque il prezzo di pane e pasta? Cosa succede

Pubblicato il 15/03/2022 09:45

C’è una domanda assai legittima che tutti dovremmo farci: perché se il grano tenero finalmente sembra aver arrestato la sua corsa (ha perso quasi il 10% nell’ultima settimana) il prezzo di pane, biscotti e di tutti i prodotti della farina continua a crescere? Sull’errore storico e strategico dell’Italia di non produrre più grano si potrebbe discutere per anni, ma qui ora ci si concentra su un altro problema. Il grano tenero arriva in Italia per quasi il 70% dall’estero. Da dove in particolare? Proprio da Russia e Ucraina. Il prezzo di pane e biscotti salirà ancora: anche tra il 15% e il 30%. Sarebbe un salasso incredibile per le già martoriate tasche dei cittadini. Come scrivono Amoruso e Ottaviano su Il Messaggero, “a Ferrara una pagnotta da un chilo costa fino a 9,8 euro (con una media di 5,31 euro), mentre a Bari arriva al massimo a 6 euro. Il paradosso è che a subire rincari a doppia cifra sono anche prodotti come la pasta, perlopiù da farina di grano duro importato dal Canada, Usa, Messico o altre parti di Europa, non certo dall’Ucraina”. (Continua a leggere dopo la foto)

È quel tipo di grano che ha mantenuto nell’ultima settimana quotazioni piuttosto stabili. Ma niente: “Un chilo di pasta a Cagliari costa anche 4,71 euro al chilo (su una media vicina a 2 euro) secondo Assoutenti e i dati Mise. Mentre a Pescara si è arrivati a pagare lo stesso chilo di pasta circa 3 euro. Succede anche questo nell’impazzimento dei prezzi che da settimane mescola il caro energia agli effetti della guerra anche sulle materie prime. Colpa di manovre azzardate che spingono i prezzi oltre ogni ragione”. Stesso discorso per il petrolio, che “è arrivato a sfiorare per qualche giorno i 130 dollari al barile, ma i distributori già chiedono fino a 2,4 euro al litro per la benzina”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma torniamo alla questione farina. “Il prezzo del grano tenero la scorsa settimana è calato dell’8,5%. Non così il costo dei lievitati: dal grano al pane calcola Assoutenti – il prezzo aumenta di 13 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre un chilo di grano (oltre l’acqua). Se un chilo di pane mediamente in Italia costa 5,31 euro, vuol dire che a influire sul prezzo per oltre il 90% sono altri fattori come l’energia, l’affitto degli immobili e il costo del lavoro. Ma le ultime due voci sono ferme da tempo. L’improvviso calo (mai così rilevante dal 2016) del costo del grano fa dire a Coldiretti che gli speculatori sono in azione: si spostano dai mercati finanziari in difficoltà anche sulle commodities agricole dove le quotazioni dipendono sempre meno dalla momentanea domanda e offerta e sempre più dai contratti future in cui si acquista e si vende solo virtualmente”. (Continua a leggere dopo la foto)

Stesso discorso per l’ortofrutticolo. “Venerdì mattina al mercato di Fondi i prezzi erano in calo del 20%. La quotazione di cicoria a mazzi o di bieta era intorno all’1,80 al chilo. Sabato sugli scaffali dei negozi nella stessa provincia di Latina la cicoria costava invece quattro volte di più delle settimane precedenti. Più di qualcosa non funziona”.

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