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“Emanuela Orlandi, ecco cosa mi ha detto il papa”. Il fratello rivela il colloquio segreto: gelo in studio (VIDEO)

Pubblicato il 01/02/2023 15:11 - Aggiornato il 17/05/2023 11:35

Quanta anni. Tanto è passato dalla sparizione di Emanuela Orlandi in Vaticano. Quaranta anni di silenzi, misteri, censure, depistaggi. Quaranta anni di disperazione e lotta da parte della famiglia. Quaranta anni in cui si è sentito di tutto: servizi deviati, banda della Magliana, alti prelati. Un sequestro finito male, una richiesta di riscatto, pedofilia, mafia, riciclaggio. Le piste sono tante, e tutte sembrano portare a vicoli ciechi. Una costante però c’è: la determinazione della famiglia di arrivare alla verità, contro tutto e tutti. In queste ultime settimane, complice anche la grande determinazione del giornalista Andrea Purgatori di dare una mano per scoprire cosa sia successo davvero, qualcosa si sta smuovendo, tanto che il Vaticano ha deciso di riaprire l’inchiesta. Anche i media sono dunque tornati a dare attenzione a uno dei grandi misteri del nostro Paese. Nell’ultima puntata di “DiMartedì“, il programma condotto da Giovanni Floris su La7, sono intervenuti Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, l’avvocato della famiglia e proprio Andrea Purgatori. E qui, durante la trasmissione, Pietro Orlandi ha confessato cosa gli ha detto papa Francesco sul caso. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Ci ha detto solo questa frase: ‘Emanuela sta in cielo'”. Esordisce così Pietro Orlandi rivelando il colloquio provatissimo col Pontefice. Poi ha aggiunto: “In quel momento mi si è gelato il sangue. Un Papa che mi dice che mia sorella è morta… Però ho pensato che magari volesse collaborare… Mi ha messo una mano sul braccio… L’ho visto come un segnale, come dire andiamo avanti ma poi il muro si è alzato più di prima. Non c’è mai più stata la possibilità di incontrarlo. C’è proprio una chiusura da parte sua”. In collegamento c’era anche Andrea Purgatori che ha aggiunto la sua: “Forse ha deciso Papa Francesco di riaprire l’inchiesta o comunque ha dato il suo assenso”. (Continua a leggere dopo il video)

Poi conclude Purgatori: “Se dopo 40 anni di silenzio si decide di aprire un’inchiesta in Vaticano, immagino che poi non si possa chiudere con un ‘non ne sappiamo nulla’, altrimenti conveniva continuare con la strategia del silenzio. Il passaggio di Papa Ratzinger è molto interessante perché quel pontefice aveva inviato il capo e il vice capo della gendarmeria vaticana dal magistrato italiano che stava indagando per chiedere di riaprire la tomba di De Pedis e liberarsi da quell’imbarazzo in cambio il magistrato voleva notizie su Emanuela. Ma poi tutto si blocca…”

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