Mentre l’Italia torna finalmente verso la normalità, con la fine dello stato di emergenza arrivata in netto ritardo rispetto al resto del mondo, non manca chi già inizia a paventare altre ondate di Covid e la necessità, nel futuro prossimo, di un ritorno a restrizioni e regole ferree da rispettare. Ultimo in ordine cronologico a invitare tutti alla massima attenzione è stato il professor Giuseppe Remuzzi, che in collegamento durante l’ultima puntata di In Onda, su La7, ha avvertito: “La pandemia non è finita. Le ricombinazioni mi spaventano”.

Secondo Remuzzi, “il Covid è ancora tra noi. A Shangai il lockdown è frutto di scelte diverse fatte in passato. Da noi c’è una situazione di sostanziale stabilità con la tendenza a un progressivo miglioramento e secondo l’Istituto di medicina di Seattle, tra i più importanti al mondo, è prevista un’ulteriore discesa di tutti gli indici in Italia fino a giugno/luglio. Ma attenzione: tutto quello che dicono gli esperti vale nel momento in cui si dice, la medicina è dinamica”.

Il direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS ha poi espresso il suo rammarico per il poco peso dato a uno studio scientifico apparso sulla prestigiosa rivista Lancet il 14 gennaio 2020: “Lo sbaglio più grave fatto dall’Occidente in merito al Covid è stato non prendere sul serio quella ricerca, si descriveva tutto della malattia, dalle polmonite interstiziale alle terapie intensive. Invece fino al 20 febbraio 2020 non ci siamo resi conto che il Sars-Cov2 era tra noi e l’abbiamo completamente sottovalutato”.

Lo scienziato si è infine detto preoccupato dal fatto che in Italia in molti abbiano smesso di rispettare ogni norma anti-Covid, compreso l’obbligo di mascherine al chiuso che pure sarebbe ancora in vigore: “Non ci sono nuove varianti, la Xj isolata a Reggio Calabria è il prodotto di una ricombinazione di materiale genetico. Se il virus continuasse a mutare in particolare nella Spike protein io sarei più tranquillo perché non può farlo all’infinito, invece la ricombinazione mi fa più paura per due motivi: è molto più contagiosa e può associare la facilità di infezione di Omicron con pericolosità di Delta”.
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