Ancora una fumata nera, come da pronostico, sul fronte Colle: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica è stata nuovamente rinviata, con le tante schiede bianche a sottolineare il mancato accordo, al momento, tra i principali partiti italiani. Qualcosa, però, ha iniziato a muoversi, guardando con attenzione ai nomi che hanno fatto capolino al momento dello spoglio. A partire da quello del Capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella, che ha ottenuto oltre 120 preferenze seguito da Guido Crosetto, che ha incassato 115 voti a favore.
Il numero di preferenze ottenute da Mattarella ha superato quota 73, cioè il numero dei senatori del Movimento Cinque Stelle che avevano annunciato la volontà di indicare il Capo dello Stato uscente già a partire dal terzo scrutinio. Un risultato simile lo ha ottenuto Crosetto, per il quale era arrivato l’endorsement di Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia può contare complessivamente su 63 voti (21 senatori, 37 deputati e 5 delegati regionali) ma il totale di preferenze per l’ex sottosegretario alla Difesa ha superato le 100. Segno che qualcosa, dietro le quinte, si sta muovendo.
Alle spalle di Mattarella e Crosetto si è piazzato l’ex giudice della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, che ha ottenuto 61 voti a favore. A partire dalla quarta votazione, la prossima, la partita per il Colle entrerà definitivamente nel vivo: il terzo è infatti stato anche l’ultimo scrutinio che prevedeva il quorum di due terzi dell’Assemblea (673 preferenze) per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Dal quarto, invece, sarà sufficiente la maggioranza assoluta, ovvero 505 voti.
Le attenzioni di Pd e M5S sono puntate ora su Matteo Salvini: Enrico Letta ha già avvertito il leader della Lega, spiegando che se tenterà di forzare la mano su un candidato divisivo potrebbe rompersi anche la maggioranza che al momento sostiene il governo Draghi. Un ragionamento simile lo ha espresso anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, mentre Giuseppe Conte ha ribadito: “Oggi che la nave è ancora in tempesta, il M5S dice sì a Draghi. Anzi lo rafforza, perché le emergenze ci sono ancora adesso”.
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