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“Lo stipendio va restituito”. La sentenza del Tar per un lavoratore no vax sospeso

Pubblicato il 09/02/2022 12:28

Il Tar del Lazio, con decreto n. 726/2022, ha accolto il ricorso di un dipendente pubblico, sospeso dal lavoro e dalla retribuzione per violazione degli obblighi in materia di obbligo vaccinale e certificazione verde, e ha stabilito che gli vada restituito lo stipendio. Come si legge su Adnkronos, “sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile. Accolta quindi l’istanza cautelare. Il giudizio prosegue per la trattazione collegiale. Alle stesse conclusioni il Tar Lazio è giunto con i decreti n. 721/2022 e 724/2022”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo quanto riporta Studicataldi.it, “un lavoratore è ricorso al Tar del Lazio contro il Ministero della Giustizia per chiedere l’annullamento, in primis, del provvedimento del 4 gennaio 2022 che gli è stato notificato lo stesso giorno e con il quale è stata disposta la sua sospensione immediata dal servizio e dalla retribuzione fino alla comunicazione dell’avvio del primo ciclo vaccinale o della somministrazione della dose di richiamo e, in ogni caso non oltre il termine di 6 mesi, a partire dal 15 dicembre 2021, come previsto dall’art. 2, comma 3 del dl n. 172/2021”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ha chiesto quindi anche l’annullamento di tutta un’altra serie di provvedimenti che impongono la certificazione verde a certe categorie di lavoratori e di tutti gli atti presupposti, collegati, antecedenti e posteriori, con condanna altresì dell’Amministrazione al risarcimento dei danni subiti e subendi. Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare avanzata in quanto la sospensione della retribuzione e quindi della principale fonte di sostentamento di vita produce in effetti un pregiudizio grave ed irreparabile, poiché tuttavia vengono sollevate anche questioni relativi a profili di illegittimità costituzionale delle norme che impongono la certificazione vaccinale a certe categorie di lavoratori pubblici, viene fissata udienza per la trattazione collegiale in data 25 febbraio 2022”. (Continua a leggere dopo la foto)

Che Draghi e Speranza leggano bene le motivazioni, e anche tutti i lavoratori che hanno ricevuto lo stesso trattamento. Via con una pioggia di ricorsi.

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