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Tamponi (non troppo) rapidi: il piano del governo per i controlli è in alto mare

Pubblicato il 28/10/2020 12:01

Tanto rumore per nulla, al solito. La riunione indetta tra la Conferenza Stato-Regioni e i sindacati di categoria per cercare una soluzione sul fronte tamponi si è risolta, nonostante un acceso confronto, con un buco nell’acqua. Nessuna intesa, nessun accordo. E allora le parole del governo, che aveva parlato di “controlli rapidi da parte dei medici di famiglia”, rischiano di rimanere tali. I dottori hanno dato massima disponibilità, ma la maggior parte degli studi medici non ha i requisiti necessari per procedere. Una situazione tutt’altro che facile, considerando la curva dei contagi sempre più allarmante. E per la quale, al momento, una vera e propria soluzione non c’è.

Tamponi (non troppo) rapidi: il piano del governo per i controlli è in alto mare

Il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti, ha parlato dell’ipotesi di “collaborazione con i Comuni, per allestire locali o tende in grado di accogliere medici e pazienti. Nelle prossime ore si definiranno i dettagli”. Difficile immaginare quanti, tra i medici di famiglia, potranno mettersi all’opera. Di sicuro invece, come rivelato dai dati pubblicati da La Stampa, gli studi già in regola per poter effettuare i test sono pochi, pochissimi. “La nostra stima è un 15-20% – è stata l’analisi di Claudio Cricelli, presidente della Società di medicina generale – perché servono particolari condizioni logistiche: ingressi e uscite separati dagli altri pazienti, stanze dedicate”.

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La Regione Lazio ha fatto già un bando specifico, ottenendo al momento la risposta di poco più di 300 medici su 4mila. Dovranno sottoscrivere un profilo di sicurezza e riceveranno i kit per i tamponi dal sistema sanitario regionale. I numeri, insomma, al momento non ci sono. Si ragiona su possibili alternative, come i tamponi a domicilio. O l’utilizzo di spazi all’aperto come le parrocchie. Perché l’avanzata del virus, nel frattempo, preoccupa. E aumentare i controlli, rendendoli allo stesso tempo più veloci, è un passaggio chiave per vincere la battaglia.

Tamponi (non troppo) rapidi: il piano del governo per i controlli è in alto mare

Tra i nodi da sciogliere, il riconoscimento economico per ogni tampone eseguito e trasmesso alla Asl. Anche perché il servizio sarà gratuito per i cittadini, che invece dovranno pagare di tasca loro se andranno a chiedere il test rapido in farmacia. Le Regioni si sono già attivate, ognuna con i propri percorsi. Resta, tristemente, il solito dubbio: perché tutto questo non è stato fatto prima, invece di attendere l’esplosione della seconda ondata? Un mistero al quale ancora nessuno è riuscito a trovare una soluzione.

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