Tralasciando ovvie considerazioni sull’eccellenza della dieta mediterranea e della cucina italiana, la farina di grilli, come più e più volte abbiamo riportato, ovvero quello che qualcuno immagina che sia il cibo del futuro, non è assolutamente assimilabile dall’organismo dell’uomo. Ma, oramai, pompata dagli autoproclamati “professionisti dell’informazione” (si veda l’ennesimo articolo de la Repubblica) è divenuta quasi una questione ideologica. Sicché vi è chi, con malcelato orgoglio, si vanta di essere “Il primo al mondo” a vendere prodotti, croissant e biscotti, per una colazione a base di farina di grillo. A Reggio Emilia il bar Palapa è piuttosto noto; ora la geniale trovata è stata persino ricompensata in termini di clienti, altrettanto geniali. I cornetti di farina di grillo costano 2 euro, 50 centesimi in più di quelli normali a causa del prezzo elevato della materia prima. Fatto sta che la colazione a base di grilli è servita: i primi cornetti preparati con farina di grillo si possono degustare qui. “Credo che siamo i primi al mondo a vendere brioche e biscotti con questa farina – racconta il titolare, Michele Taddio, a il Resto del Carlino – la novità è stata presa con moltissima curiosità, a molti clienti piace, altri preferiscono quelle classiche. Come sapore ricorda quello delle brioche integrali”. In soccorso di queste tesi arriva anche Lorenzo Pezzato, amministratore delegato di Fucibo, start-up vicentina che spedisce in tutto il mondo prodotti di quella che definiscono cucina italiana, a dispetto dello slogan “Usiamo solo ingredienti della migliore qualità, a partire dalla farina di insetti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ebbene, Lorenzo Pezzato, contattato dall’Ansa, ha detto letteralmente: “Le farine di insetti rappresentano un business sempre più in ascesa, negli ultimi tre mesi, quindi da inizio anno, le nostre vendite online sono triplicate. Siamo operativi da otto anni e abbiamo iniziato l’attività di ricerca ancora prima”. Pezzato, dunque, parla di “business”. Noi si preferisce parlare di salute: gli insetti contengono chitina, che non può essere elaborata dal nostro intestino. E, infine, i prodotti dati dall’Acheta domesticus in polvere sono molto costosi: i motivi sono da ricercare nel costo della farina, la materia prima che arriva a 13,50 euro all’etto. A fronte del tanto sbandierato apporto proteico, smentito dalla scarsa qualità delle proteine della loro carne, con questo prodotto, secondo il Resto del Carlino (che addirittura titolava: “Più scienza, meno pregiudizi”) si avvantaggerebbe in grande misura l’ambiente in quanto “i grilli hanno bisogno solo dello 0,05% di acqua per produrre la stessa quantità di proteine rispetto alla carne di mucca”. Sarà pur vero, eppure non ci pare un buon motivo per assumere cose disgustose e pericolose per la salute, come abbiamo appena scritto. (Continua a leggere dopo la foto)
Frattanto, purtroppo, il mercato è in continua crescita e si stima che per il 2030 riguarderà 390 milioni di consumatori, che acquisteranno questi nuovi alimenti per 260mila tonnellate.
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