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“Non era letale”. L’autogol clamoroso dello studio contro i no vax: cos’ha dimostrato davvero

Pubblicato il 27/12/2023 10:04

Una ricerca che avrebbe dovuto smentire falsità e narrazioni distorte attorno al vaccino, almeno per come era stata presentata da una parte della scienza. Ribadendo ancora una volta l’importanza delle somministrazioni allo scopo di limitare gli effetti del Covid, da tempo ormai in circolo in tutto il mondo. E che invece, come spiegato da Patrizia Floder Reitter sulle pagine del quotidiano La Verità, ha dato responsi ben diversi da quelli attesi. Secondo la giornalista, infatti, le due pagine pubblicate sulla rivista Circulation hanno sottolineato innanzitutto come, purtroppo, le autopsie siano state fatte col contagocce durante la pandemia e negli anni successivi, anche sui giovani. (Continua a leggere dopo la foto)
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studio vaccino mortalità

In Veneto, gli esami autoptici sono stati meno di 20 nel primo anno di pandemia e solo 15 nel 2022, a fronte di un crescente allarme di fronte alle morti improvvisi di ragazzi in giovane età. Il fatto che “non venga spesso trovata una causa di morte” solleva, secondo la giornalista, anche dubbi su come questi esami vengono realmente effettuati. Poi c’è un paradosso. Gli autori ci tengono a sottolineare come né il Covid né il vaccino avrebbero incrementato le morti cardiache nei giovani. Ma allora perché gli under 40 sono stati costretti all’inoculazione? (Continua a leggere dopo la foto)

studio vaccino mortalità

Il dottor Giuseppe Barbaro, dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e cardiologia, ha sottolineato alla Verità come andrebbero condotte analisi più specifiche. Tra queste, “l’identificazione della proteina Spike a doppia prolina, più resistente diversa da quella virale e che permane più a lungo, nei vasi sanguigni e nel tessuto miocardico”. L’esperto ha citato anche “l’effetto cardiotossico nascosto dei vaccini” emerso da uno studio tedesco pubblicato a ottobre sul British Journal of Pharmacology. (Continua a leggere dopo la foto)

Durante la ricerca, gli scienziati avevano dimostrato come nelle cellule del muscolo cardiaco di alcuni ratti, sia i vaccini Moderna che quelli Pfizer avevano indotto “disfunzioni specifiche che sono correlate fisiopatologicamente alla cardiopatia”. Non a caso da settembre, nel registro Ue dei medicinali è stato inserita la seguente segnalazione: “Alcuni casi hanno richiesto il supporto della terapia intensiva e si sono osservati casi fatali”.

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