Pensate, ci voleva Charlemagne, uno dei più prestigiosi commentatori dell’Economist, per dirci cosa c’è davvero dietro la partite delle spiagge italiane. In un articolo pubblicato sul prestigioso quotidiano, Charlemagne spiega la situazione. La Commissione Europea vuole che le autorità italiane seguano le norme dell’UE emanate nel 2006 che hanno esteso il mercato unico del blocco dai beni ai servizi, consentendo a chiunque di competere per fare offerte per gestire tali attività (spalancando le porte anche a investitori non italiani), sottraendole a generazioni e generazioni che gestiscono questi spazi. A tal fine l’Ue ha chiesto modifiche alle concessioni balneari. Questi dovrebbero essere appaltati apertamente – magari attraverso aste, anche se non necessariamente – per periodi di tempo limitati e secondo criteri oggettivi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come commenta Charlemagne nel suo articolo, “rispettare i diktat dell’Unione europea sconvolgerebbe decenni di tradizione. Cosa accadrebbe se i grandi gruppi alberghieri decidessero di farsi valere nel commercio delle spiagge? E, peggio ancora, cosa accadrebbe se i gruppi alberghieri tedeschi iniziassero a ottenere concessioni?”. Dato che la costa italiana è anche il suo confine, la sicurezza nazionale sarebbe garantita senza autentici balneari che vigilassero sulla costa? Questo è un altro grande tema. Nel 2022 il governo tecnico di Mario Draghi è stato l’ultimo a promettere nuovi appalti per i balneari, entro la fine di quest’anno, ma come sa anche l’Economist, molti italiani pensano che le concessioni non dovrebbero essere trasferite a nuovi speculatori internazionali. (Continua a leggere dopo la foto)
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Vista da Bruxelles, conclude Charlemagne, la bagarre è parte di una lotta duratura per l’anima dell’economia europea, in particolare quella del sud più povero. Mascherando il tutto con i sani principi del libero mercato e della libera concorrenza, in realtà l’Europa vuole mettere le mani pure sulle spiagge italiane. Del resto è una delle poche cose di cui non si sono ancora appropriati surrettiziamente. Centimetro dopo centimetro, da anni, l’Ue spolpa l’Italia della sua sovranità. E questo deve finire.
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