La Regione Abruzzo, unica in Italia per ora a farlo, è ricorsa alla Suprema Corte costituendosi in giudizio ad adiuvandum del sindacato balneatori Sib Confcommercio, e affidandosi a un pool di avvocati di primissimo livello per scongiurare la vendita all’asta delle concessioni prevista per la fine dell’anno e far cassare la sentenza di novembre 2021 del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga delle concessioni balneari al 2033. Come riporta il quotidiano Il Centro, il presidente Marco Marsilio e l’assessore regionale al Demanio marittimo, Nicola Campitelli, sfidano così i giudici del Consiglio di Stato e scendono in campo al fianco dei balneatori. La Cassazione, a sezioni civili unite, ha fissato per il 24 ottobre 2023 l’udienza che potrebbe ribaltare, a livello nazionale, una situazione che vede ora soccombere le imprese del turismo estivo. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Si tratta di sentenze fortemente criticate dal mondo accademico (qualche autorevole giurista l’ha definita persino ‘inquietante’)”, afferma al quotidiano il presidente nazionale del Sib, Antonio Capacchione. “Il Consiglio di Stato – continua – con un eccesso di giurisdizione, si è sostituito al legislatore, alla Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Era doveroso per noi ricorrere all’organo giudiziario superiore”, la Cassazione appunto, “e lo abbiamo fatto con il patrocinio di autorevoli giuristi come la professoressa Maria Alessandra Sandulli e il professore Romano Vaccarella, nell’interesse di tutti i balneari italiani, indipendentemente dalla organizzazione in cui si riconoscono. A sostegno delle nostre ragioni e motivazioni”, sottolinea l’esponente dei balneatori. (Continua a leggere dopo la foto)
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Abruzzo, i balneatori, la Regione e il ricorso in Cassazione
Il presidente del Sindacato italiano balneatori conclude: “Siamo fiduciosi nell’accoglimento del ricorso in Cassazione, viste la pluralità, fondatezza e gravità dei vizi denunciati. Ma sappiamo che la soluzione della questione balneare non spetta ai giudici, bensì al governo Meloni e al parlamento”. In adunanza plenaria, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa ha disapplicato la proroga delle concessioni balneari al 2033, contenuta nella legge Centinaio, la 145/2018, e fissato il termine di scadenza dei titoli vigenti al 31 dicembre di quest’anno. Ce la farà l’Abruzzo?
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