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“Dove finiranno davvero i soldi del Pnrr”. L’ultima follia che ci impone l’Europa

Pubblicato il 01/06/2023 12:28

Mentre i sondaggi continuano a certificare come gli italiani siano stanchi della guerra tra Russia e Ucraina e preferirebbero di gran lunga uno sforzo diplomatico per il cessate il fuoco al continuo invio di armi verso Kiev, ecco arrivare in Parlamento una proposta di legge destinata a far discutere. Le Camere dovranno infatti occuparsi dell’Act in Support of Ammunition Production (Asap), avanzato dal commissario per il Mercato unico, il francese Thierry Breton, e in base al quale gli Stati potranno adoperare i fondi del Pnrr per aumentare la produzione di munizioni da destinare all’Ucraina. Una proposta che al momento non è stata ancora approvata nemmeno dal Parlamento europeo, ma che se dovesse passare permetterà alla Difesa di destinare alle armi anche parte dei Fondi di coesione e del Fondo sociale. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiegato dal Manifesto, l’acronimo Asasp ha in realtà un duplice significato: si adopera anche per indicare la necessità di tempi rapidi (As soon as possibile) e in effetti il testo, che deve ancora essere approvato, ha già visto dare l’ok alla procedura d’urgenza, con pochissimi voti contrari in quel di Strasburgo. (Continua a leggere dopo la foto)

A dare semaforo verde alla procedura d’urgenza è stato anche il Pd, che pure continua a criticare il governo per il sostegno a Kiev sotto forma di invio continuo di armi e munizioni. Vero che questo non implica anche un sostegno alla proposta, ma la sensazione è che si vada verso un ampio sostegno, che coinvolgerà esponenti di ogni partito, destra o sinistra, con poche eccezioni. (Continua a leggere dopo la foto)

Da un lato, il Pd ha rassicurato sul fatto che dare l’ok alla possibilità di usare il Pnrr per finanziare l’invio di munizioni non significa che l’Italia debba farlo. Dall’altro, Giorgia Meloni ha già dato garanzie sul fatto che il governo non userà i fondi europei per sostenere ulteriormente Kiev. Argomentazioni che, però, sembrano estremamente fragili di fronte a questa ennesima iniziativa partita da Bruxelles e che, alla fine, vedrà la gran parte dei politici chinare il capo, seguendo un copione tristimente già visto.

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