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“Si rischia la terza guerra mondiale”. La soffiata arriva dall’Ucraina: la Serbia ammassa truppe ai confini

Pubblicato il 28/12/2022 13:35 - Aggiornato il 28/12/2022 13:43

La guerra tra Russia e Ucraina sembra aver minato in maniera definitiva i rapporti tra Mosca e l’Occidente, con conseguenze ancora tutte da valutare. Non a caso a farla da padrona negli ultimi mesi è stata la paura, paura che il conflitto potesse improvvisamente degenerare e coinvolgere il mondo intero, con tanto di utilizzo delle temute armi nucleari. Quello che sembra delinearsi in queste ultime ore è però un’altra zona di rischio, quella del Kosov. Oleg Starikov, colonnello dei Servizi di Sicurezza dell’Ucraina, nella trasmissione andata in onda sul canale “Sì, è così”, si è soffermato sullo scontro tra Pristina e la Serbia: “Non ci sarà nessun congelamento in Kosovo. Se paragoniamo il conflitto regionale ucraino a quello serbo, se divamperà, sarà di portata globale”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Potrà divenire realmente una terza guerra mondiale – ha aggiunto il colonnello – già convenzionale. In Ucraina abbiamo un conflitto armato, una guerra che è controllata, scusate il cinismo, ma essa è controllata dalla comunità occidentale. Ma anche Cina e India sono attente. Basta vedere quando Vladimir Putin ha parlato sull’uso nucleare e Modi ha detto che questo non gli aggrada e non è d’accordo”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ci sono state pressioni, quindi tutti sono andati oltre – ha spiegato Starikov – Esiste un conflitto ma viene governato. Jens Stoltenberg ha affermato che l’importante è che il conflitto non vada oltre l’Ucraina. È cinico, ma cito le loro dichiarazioni”. Un’analisi conclusa da un’amarissima profezia. (Continua a leggere dopo la foto)

“Se inizia lì un conflitto militare l’intera area balcanica esploderà. Di fatto si potrebbe verificare una guerra mondiale. La Russia dovrà intervenire senza indugi per fornire armi ai serbi che dovranno usare le operazioni aeree per entrare in Kosovo… È tutto molto serio e grave lì. Per questo l’Occidente sta ora rafforzando il sistema di difesa aerea del suo fianco orientale”.

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