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“Scuola, no alle liste dei non vaccinati”. Così il Garante della Privacy stoppa il governo

Pubblicato il 26/08/2021 09:09 - Aggiornato il 26/08/2021 09:15

I presidi non potranno mettere le mani sulle liste di lavoratori del mondo della scuola che non hanno ancora effettuato il vaccino. A dirlo, smontando così l’impalcatura preparata dal governo Draghi per il ritorno a scuola dei ragazzi italiani, è il presidente dell’Autorithy per la privacy, Pasquale Stanzione, che intervistato da Repubblica ha preso una posizione netta in merito: “Non è consentita la verifica diretta delle scelte vaccinali e della condizione sanitaria da parte dei dirigenti scolastici”.

"Scuola, no alle liste dei non vaccinati". Così il Garante della Privacy stoppa il governo

All’atto pratico, quindi, i presidi non potranno conoscere chi tra professori e personale scolastico si è vaccinato e chi no. Con il garante che ha spiegato: “Devono limitarsi a verificare il possesso di una certificazione valida”. Un caso diverso, dunque, dagli elenchi dei bambini vaccinati prodotti nel 2017: “In quel caso la vaccinazione era prevista come obbligatoria ed “era già normativamente previsto che, a regime, le scuole trasmettessero alle Asl gli elenchi degli iscritti”.

I dirigenti scolastici dovranno quindi limitarsi a controllare che il Green pass sia valido, certificazione che è possibile ottenere anche effettuando un tampone ogni 48 ore. Anche sull’autocertificazione, sulla quale insiste il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, Stanzione ha posto dei limiti: “Questa forma di attestazione non è attualmente prevista dalla normativa vigente. Se venisse introdotta per legge, ci si dovrebbe comunque limitare alla sola certificazione dell’assenza di condizioni che impediscono l’ingresso a scuola, senza riferimento a dati ulteriori”.

Infine, il garante ha aggiunto sul fronte Green pass, che il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta vorrebbe già esteso a tutti i luoghi di lavoro: “”Ciò che va comunque evitato sono le discriminazioni in base alle scelte vaccinali e l’indebita conoscenza, da parte di soggetti non legittimati, dei dati sanitari degli interessati”.

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