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Covid, continua la caccia ai non vaccinati! Speranza e Bianchi senza pietà

Pubblicato il 06/05/2022 11:44

Se pensavate che l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico avrebbe portato maggiore serenità tra i banchi, dopo mesi e mesi di polemiche e caos totale, sappiate che vi sbagliavate di grosso. A poche settimane dall’ultimo suono della campanella, infatti, migliaia di docenti guariti dal Covid rischiano di ritrovarsi sollevati dall’incarico perché non in regola con l’obbligo vaccinale imposto dal governo. Mentre i vaccinati, una volta superata la malattia, possono attendere 120 giorni dalla data del test positivo prima che scatti l’obbligo dell’ulteriore dose, per chi non è vaccinato il tempo limite è di soli 90 giorni. Poi, non si può più insegnare.

Come ricordato da Patrizia Floder Reitter sulle pagine della Verità, gli insegnanti non vaccinati una volta guariti dal Covid non possono infatti più insegnare se non si adeguano all’obbligo entro 90 giorni. In caso contrario, si ritrovano a riempire scartoffie per 36 ore la settimana, potendo sì entrare a scuola ma non in aula per insegnare. Il tutto in un crescendo di assurda all’interno del quale, per esempio, il Green pass ottenuto dopo la guarigione ha comunque una validità di 6 mesi per tutti, vaccinati e non. I professori, però, hanno una copertura di soli 3 mesi se vogliono poter tornare a svolgere il proprio mestiere.

Una discriminazione vera e propria, come sostenuto da diversi rappresentanti della categoria, che è stata confermata dal ministero della Salute guidato da Roberto Speranza in risposta ai quesiti che erano stati posti dalle federazioni di medici, sanitari, infermieri e via dicendo circa i termini e le modalità per l’assolvimento dell’obbligo vaccinale. Ancora oggi, dunque, un insegnante guarito dal Covid ma non vaccinato vedrà scattare il bollino rosso sull’apposita piattaforma una volta scattata la soglia dei 3 mesi dalla guarigione, nonostante sia in possesso di un regole Green pass della durata di 6.

Come spiegato in queste settimane, gli insegnanti che si troveranno in questa bizzarra situazione saranno utilizzati per svolgere “attività di supporto all’istruzione scolastica”. Formula vaga e all’interno della quale si può far rientrare un po’ di tutto. La sensazione è che, alla fine, migliaia di docenti si troveranno a leggere il giornale o guardare video sul telefonino chiusi in qualche stanza. Davvero niente male, per un settore scolastico che lamenta da anni carenze strutturali negli organici.

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