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Rosiconi. I giornalisti attaccano la Meloni e lei risponde per le rime: “In passato…”

Pubblicato il 23/11/2022 13:03 - Aggiornato il 23/11/2022 15:17

Una polemica che ha tenuto banco sui social italiani per ore, ripresa anche dalle principali testate internazionali, quella tra Giorgia Meloni e la stampa italiana. Con i giornalisti che, durante la presentazione della manovra del governo guidato dalla prima premier donna nella storia d’Italia, hanno alzato la voce per il poco tempo concesso loro. I minuti dedicati alle domande dei presenti sono stati pochi, rispetto a quelli impiegati per presentare le scelte dell’esecutivo senza contraddittorio. Da qui un battibecco al veleno tra le due parti. Giusto così, verrebbe da pensare. I giornalisti hanno il diritto di interrogare i politici e questi ultimi, per chiarezza nei confronti dei cittadini, devono rispondere. Peccato però che in passato il comportamento di una grossa parte della stampa sia stato molto, molto diverso. (Continua a leggere dopo la foto)

Il caos Meloni-giornalisti è iniziato dopo la domanda di un cronista del Foglio sul fronte migranti. Un momento che ha visibilmente innervosito la premier, che non ha gradito il modo in cui la domanda era stata posta. Poco dopo, la leader di Fratelli d’Italia ha annunciato di dover andare via per incontrare il presidente di Confartigianato, evitando che le venissero posti altri quesiti. (Continua a leggere dopo la foto)

Quando Meloni ha precisato di non aver più tempo, molti cronisti si sono lamentati per il poco tempo a loro disposizione a fronte della lunga introduzione alla manovra. Replicando poi stizzita alle proeste: “Vi ricordo che in altre occasioni siete stati molto meno coraggiosi e assertivi”. Ecco, su questo punto non si può dire che la premier abbia invece torto. (Continua a leggere dopo la foto)

Mario Draghi ha potuto beneficiare, per tutto il tempo in cui è rimasto a Palazzo Chigi, di un trattamento più che benevolo da parte della stampa. Che l’ha salutato con applausi scroscianti al momento del suo discorso di fine legislatura, neanche fosse il beniamino dei giornalisti italiani. Né vengono in mente polemiche ogni volta che l’ex presidente della Bce spiegava a quali domande avrebbe risposto (e di conseguenza a quali no) durante le sue conferenze. Giusto, insomma, che i giornalisti abbiano mostrarto coraggio di fronte alla fretta di Meloni. Sarebbe bene, però, coltivare anche un po’ di coerenza, tra una querelle e l’altra.

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