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“Scatta il divieto assoluto”. L’obbligo vaccinale era solo un antipasto: la drastica decisione della Nuova Zelanda

Pubblicato il 14/12/2022 13:57 - Aggiornato il 14/12/2022 13:58

Passano i mesi, cambiano le emergenze annunciate dai telegiornali e dai politici, ma restano le stesse, drammatiche scene. Quelle di cittadini arrestati, oggi come ieri, perché scesi in piazza a protestare, determinati a far sentire la propria voce. Questa l’analisi condivisa da molti opinionisti della Nuova Zelanda dopo le immagini delle manifestazioni andate in scena in queste ore contro il pungo duro adottato dal governo nei confronti dei fumatori: il Paese dell’Oceania è infatti il primo in assoluto a vietare la vendita di tabacco a tutti coloro nati dopo il 1 gennaio 2009. Per chi rientra in questa categoria, non sarà possibile iniziare ad acquistare sigarette nemmeno una volta compiuta la maggiore età: calcoli alla mano, tra 10 anni non potranno farlo le persone con meno di 24 anni, tra 20 invece saranno gli under 34 a essere colpiti dal divieto. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo il governo neozelandese guidato da Jacinda Arden, l’obiettivo è quello di rendere il Paese completamente “smoke-free”, libero dal fumo, entro il 2025. “Migliaia di persone vivranno più a lungo, avranno vite più sane e il sistema sanitario risparmierà 5 miliardi di dollari l’anno evitando di curare le malattie causate dal fumo” ha dichiarato la viceministra della Sanità Ayesha Verrall. (Continua a leggere dopo la foto)

Non bastasse, chi potrà ancora acquistare sigarette dovrà accontentarsi di pacchetti con una minor quantità di nicotina e dovrà rivolgersi ad appositi negozi, visto che gli esercizi autorizzati alla vendita saranno ridotti a sole 600 unità. Per molti, si tratta della naturale prosecuzione di un percorso iniziato in epoca Covid. (Continua a leggere dopo la foto)

Durante la pandemia, l’obbligo vaccinale introdotto per alcune categorie di lavoratori aveva scatenato feroci proteste in piazza, culminate in decine di arresti e scontri tra manifestanti e polizia. Oggi, tanti analisti sottolineano come “la Nuova Zelanda stia costruendo una società in cui c’è spazio soltanto per i ‘sani’, ma dove viene rivisto drasticamente il concetto di libertà”.

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