Una guerra interna portata avanti tra accuse e veleni, accuse e duri confronti, silenzi e fughe al mare. È emerso un po’ di tutto dalle carte private di Ita Airways pubblicate dalla Stampa, una battaglia senza esclusione di colpi mentre la società viaggiava verso il crac. E iniziata con la campagna lanciata dall’amministratore delegato Fabio Lazzerini contro il presidente Alfredo Altavilla, basata su un elenco di cinque pagine di verbali accompagnate da tante altre piene di mail, intercettazioni dossieraggi. Un capitolo nero che è andato ad aggiungersi a decenni di sprechi di denaro pubblico, un totale di 14 miliardi di euro letteralmente buttati via, con i manager condannati per bancarotta e l’Ue a tuonare contro l’Italia per gli aiuti di Stato. Da qui le mosse di Lazzerini contro Altavilla, accusato di gestione patronale dell’azienda, di favoritismi alla cordata Msc-Lufthansa e di diffusione di false notizie. (Continua a leggere dopo la foto)
Due le cause che ora rischiano di interessare nuovamente le sorti della società Ita: quella intentata da Altavilla contro il suo allontanamento e quella che il Tesoro si riserva di promuovere contro il manager. Il presidente è stato accusato dall’ad anche di aver trasformato i voli Fiumicino-Cagliari in una sorta di automobili del cielo per “ospitare la partenza sua e della sua famiglia per le vacanze”. (Continua a leggere dopo la foto)
La società era nata nel 2021 dalle ceneri della vecchia Alitalia, con il traguardo già fissato della vendita. Un quarto dei dipendenti, una capitalizzazione di 3 miliardi messi a disposizione dal Tesoro, una compagnia snella che sarebbe dovuta finire con gruppi importanti. Ma la privatizzazione era subito stata oggetto di veleni: Lazzerini accusava Altavilla di aver favorito gli accordi con Lufhtansa, aiutata addirittura a scrivere un’offerta migliore della concorrenza. (Continua a leggere dopo la foto)
Tra le accuse di Lazzerini ad Altavilla, anche quella di aver concordato con due dirigenti la stesura di un articolo per mettere in cattiva luce l’amministratore delegato e i consiglieri a lui vicini. Il diretto interessato si è difeso sostenendo di aver agito in modo trasparente. La partita va avanti. Gli sprechi, gli errori e i fallimenti, intanto, continuano ad accumularsi.
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