È bastata la pubblicazione delle notizia per far scattare una piccola rivoluzione che, una volta tanto, ha dato i suoi frutti. Trenitalia è finita nella bufera dopo che aveva annunciato, a partire dal 1° marzo, il nuovo regolamento sul trasporto di bagagli, monopattini e biciclette sui treni che avrebbe limitato a due i bagagli a persona da imbarcare sulle Frecce, con sanzione da 50 euro e discesa dal treno per i passeggeri colti in fallo. Un regolamento che disponeva anche di contenere le bici pieghevoli e i monopattini in apposite sacche. Insomma, un disservizio enorme e un salasso per i passeggeri. Dopo la selva di polemiche delle associazioni dei consumatori, Trenitalia ha però deciso di ingranare la retromarcia. Il regolamento, infatti, è per ora sospeso. Ma come hanno motivato il tutto? (Continua a leggere dopo la foto)
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L’azienda ha diramato una nota: “Alla luce di alcune richieste, anche da parte di associazioni dei consumatori, Trenitalia comunica che ha deciso di sospendere l’applicazione, a partire dal 1 marzo, del regolamento sul trasporto di bagagli, monopattini e biciclette a bordo treno”. La società spiega che si tratta di un “gesto di attenzione e ascolto” verso le associazioni dei consumatori ma che è altresì prematuro dire se il regolamento verrà introdotto con nuove specifiche, in un secondo momento. Il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, ha annunciato dunque di ritirare la minaccia di segnalazioni Antitrust. “Tutti possono sbagliare, l’importante è che se ne prenda atto e si rimedi prontamente all’errore, come ha fatto ora Trenitalia dopo la nostra protesta”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il Codacons osserva: “Il trasporto ferroviario non può essere equiparato a quello aereo, e alcuni limiti adottati dalle compagnie aeree low cost sono incompatibili col servizio offerto da Trenitalia. Anche l’obbligo di abbandonare i bagagli in eccesso alla prima stazione disponibile appare una misura abnorme e per la quale chiederemo un dietrofront all’azienda nella prossima riunione del 6 marzo”, ha detto il presidente Carlo Rienzi. Anche dal fronte politico è arrivata una netta bocciatura alla proposta, e così l’azienda è tornata sui suoi passi.
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