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“Rovinati dall’Ue”. L’ex governatore di Bankitalia Fazio spiega “tutti i disastri causati dall’Europa “

Pubblicato il 24/11/2022 11:33 - Aggiornato il 25/11/2022 13:11

“Ho evitato i guai della lira e predetto quelli che avrebbe portato l’euro”. Non usa troppi giri di parole l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, che attraverso le pagine de La Verità ha ricordato alcune scelte, sofferte ma decisive, compiute in passato e fatto il punto sui tanti problemi che ha comportato il passaggio alla moneta unica in un’Unione Europea che continua a non funzionare. Partendo da quel 1974 in cui, nel bel mezzo della crisi petrolifera, si resero necessari interventi sul mercato, con le riserve che però si assottigliavano. “Carli e Rinaldi Ossola decisero di rivolgersi al Fondo Monetario internazionale per farci aiutare a dominare la situazione sul mercato dei cambi”. Per non far sapere che avrebbe chiesto soldi agli Usa, la delegazione fece però finta di partecipare a una conferenza sull’energia a Washington. (Continua a leggere dopo la foto)

Un incontro che si sarebbe prolungato per 15 giorni, scanditi ognuno da una cena-confronto con i vertici dell’Fmi, che invitavano gli italiani a svalutare la lira e rimettere in sesto il prima possibile i conti pubblici. “Alla fine ci mettiamo d’accordo: stabiliamo un piano di interventi e abbiamo la bozza di una lettera di intenti firmata che portiamo a casa”. “Il piano aveva vincoli moltro stretti ma funzionò il salvataggio dell’Italia e della lira”. (Continua a leggere dopo la foto)

Al momento di entrare nell’euro, Fazio si oppose: “Non avevamo le condizioni di redditività dell’industria e della produzione necessarie per farlo. Non avevamo il livello di competitività minimo, al di là di tutti i problemi di debito pubblico”. Quando l’ingresso fu ufficiale, commentò parlando di “terremoti monetari che non ci saranno più, ma ogni anno andremo un po’ sotto. Che è esattamente quello che poi è avvenuto”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Se guardiamo a tutti gli effetti delle misure adottate per seguire i consigli della Commissione europea sul bilancio italiano – è la conclusione di Fazio – il risultato è disastroso. Perché c’è un errore logico: quello di tagliare e basta il disavanzo pubblico. Certo che poi lo riduci dal 3 al 2%. Ma cosa accade in contemporanea? Che riduci di un punto pure il Pil e quindi poi i parametri non tornano nemmeno sul debito”.

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