Una riforma della giustizia dedicata a Silvio Berlusconi, l’ex premier da poco scomparso all’età di 86 anni. Nelle ore successive i funerali, il centrodestra si è mosso compatto per presentare un pacchetto di riforme che non è stato ben accolto dalla magistratura, che ha paventato il rischio di “un vuoto di tutela”. Pronta la replica del ministro Carlo Nordio, che ha tuonato: “Non sono ammesse interferenze”. E così, dopo il ricordo di Giorgia Meloni dedicato allo scomparso fondatore di Forza Italia, Antonio Tajani ha preso la parola durante il Consiglio dei ministri per dedicare a Berlusconi la riforma della giustizia: “Berlusconi ha combattuto sempre per i suoi ideali, tra cui una giustizia giusta per ogni cittadino”. Ecco cosa cambia con la riforma. (Continua a leggere dopo la foto)
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Approvata la riforma della giustizia: cosa cambia
“La sorte ha voluto che coincidesse con questo evento luttuoso” ha proseguito Nordio, prendendo di petto le polemiche subito sorte attorno alla riforma che prevede, tra le tante cose, lo stop ai ricorsi contro le assoluzioni, un giro di vite sulla pubblicazione delle intercettazioni e l’obbligo di interrogare e comunicare in anticipo le accuse a chi rischia l’arresto salvo a chi è indagato per reati gravi e in caso di pericolo di fuga. (Continua a leggere dopo la foto)
“Poche ma non buone modifiche” è stato il commento tutt’altro che soddisfatto del presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) Giuseppe Santalucia, che ha criticato in particolar modo l’abolizione dell’Appello contro le assoluzioni: “Si va incontro alla incostituzionalità”. Ancora una volta, Nordio ha replicato: “È patologico che la politica abbia ceduto alla magistratura. Ascoltiamo tutti. Ma non accettiamo interferenze”. (Continua a leggere dopo la foto)
Sul tema è intervenuta anche la leader del Pd Elly Schlein: “Cavalcano l’emotività per la morte di Berlusconi per portare avanti le loro riforme a spallate”. Dopo l’annuncio del ministro Zangrillo del decreto sulla pubblica amministrazione per semplificare i concorsi, Nordio ha rincarato, tirando in ballo l’avviso di garanzia che raggiunse Berlusconi nel 1994: “Il conflitto è iniziato per colpa della magistratura, che non ha vigilato abbastanza sulla diffusione di un atto illegittimo e anche molto grave per l’immagine dell’Italia”.
“Nessun vuoto di tutela” ha poi spiegato il ministro, perché “il nostro arsenale è il più agguerrito d’Europa». Sul divieto di pubblicare intercettazioni, salvo se contenute nelle motivazioni di un provvedimento o usate in aula, e mai relative a terzi: “Nessun bavaglio. Ma l’esigenza di tutelare l’onorabilità”.
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