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Quarta dose, l’Europa si divide mentre Bassetti già evoca il “nuovo” vaccino

Pubblicato il 31/03/2022 18:55

Il ministro Speranza annuncia una decisione entro una settimana. Mentre gli Stati Uniti marciano spediti sulla strada della quarta dose, in Europa si attende la decisione dell’Ema. Dopo l’approvazione della Food and Drug Administration del passato martedì, il Presidente Joe Biden si è subito precipitato in TV per sponsorizzare la tanto contestata quarta iniezione. In Europa il discorso è ancora in bilico. La Francia pensa a una quarta dose per gli over 80, la Gran Bretagna gli over 75, la Germania gli over 70. Insomma una vera e propria tombola.
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L’Europa è divisa

I politici chiedono a mamma Europa di togliergli le castagne dal fuoco, tuttavia, prendere una posizione condivisa non sarà affatto semplice. Innanzitutto non esiste un consenso scientifico comune sulla quarta dose. Le certezze sull’opportunità di iniettare nuovamente il farmaco sono tutt’altro che ferree, sia alla luce degli ultimi studi scientifici, sia perché è in arrivo la bella stagione. In secondo luogo c’è da dire che l’Europa è divisa fin dai primordi dell’era vaccinale contro il Covid. Abbiamo la Germania che con la sua BioNTech, insieme a Pfizer, ha messo in commercio il prodotto più iniettato d’occidente. Peccato però che, stando ai numeri, i tedeschi non brillino per tasso vaccinalem, con il 76% di popolazione con due dosi ed il 59% con tre. Poi abbiamo la Francia. Il vaccino di Sanofi è in clamoroso ritardo sul mercato e solo nella giornata di ieri l’Ema, ha avviato la valutazione. Non a caso, Parigi è scettica sul richiamo di primavera che vada al di là degli immunodepressi. Business is business.
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E in Italia che si dice?

Tra le virostar di riferimento Matteo Bassetti è quello che più recentemente si è espresso sul tema. Tramite la propria pagina Facebook ha scritto un messaggio eloquente: «Non farei oggi la quarta dose con questo vaccino. Dopo l’estate vedremo. Con buona pace di chi vorrebbe, senza supporto scientifico, proporla (o forse imporla) a tutta Europa». Bassetti ha quindi spiegato che, sulla base dei dati attuali, non suggerirebbe una ulteriore dose di vaccino a tutti 50enni, indistintamente. Strano ma vero. C’è da sottolineare però come il professore dica «questo vaccino», lasciando le porte aperte per il prossimo siero “aggiornato” alla Omicron. Vaccino che, con tutta probabilità, uscirà già obsoleto.
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Questione di efficacia o di fiducia?

Secondo Bassetti, il rischio è che facendo troppe dosi ravvicinate poi le persone perdano fiducia (alla faccia della scienza e della medicina). L’esperto ha poi sottolineato che «mentre la terza dose è stata determinante come booster, i dati sulla quarta non mi pare che siano così favorevoli come lo erano quelli della terza. Ci sta che l’industria farmaceutica voglia spingere per la quarta dose, il loro mestiere è quello di vendere. Ma il nostro mestiere di medici ed esperti è di dire se si debba fare una nuova campagna di vaccinazione di massa questa estate. Io non me la sentirei di dire di sì, che si deve fare». Sembra il che Professore viaggi sul filo del rasoio tra la presa di coscienza che il “vecchio” vaccino non serva a nulla ed anzi possa essere dannoso, ed il lasciarsi la possibilità di tornare alla ribalta non appena si presenti l’opportunità di promuovere la “nuova” versione.
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Anche Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, è della stessa opinione di bassetti. Caruso ha infatti dichiarato di trovare assurda l’idea di fare adesso una quarta dose con vaccini anti-Covid vecchi di almeno due anni. Si è chiesto anche se le aziende farmaceutiche non sappiano aggiornarli o se vogliano semplicemente svuotare i magazzini. Domande più che legittime.

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