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Finisce un capitolo buio della democrazia. Il Cts finalmente chiude (e speriamo non riapra mai)

Pubblicato il 31/03/2022 18:08

Il famigerato Comitato Tecnico Scientifico, anche conosciuto come Cts, incaricato di gestire la pandemia dall’inizio di febbraio del 2020, finalmente volge al termine. Diciamo finalmente perché era da tempo immemore che non si vedeva una simile accozzaglia di presunti “esperti” collezionare un tale numero di errori, bugie, cialtronate e amenità. Un altro capitolo oscuro della storia della Repubblica trova la sua fine.
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Due anni di scempi

Siamo nel febbraio del 2020, c’è grande confusione su tutti i fronti. Tra i piani pandemici obsoleti ed occultati, la totale assenza di protocolli per gli ospedali, i ritardi nell’isolare il contagio, Nardella che lancia l’hashtag #abbracciauncinese, il completo marasma della situazione strutturale sanitaria e la progressiva paralisi della medicina di base è stato tutto un susseguirsi di personalismi e cialtronaggine conditi da una buona dose di interessi poco chiari. Abbiamo vissuto il lockdown più stringente, infame, prolungato e inutile del mondo. Un anno dopo abbiamo visto le esaltazioni liturgiche dei vaccini, le conseguenti delusioni, le sempiterni ostinazioni sui sieri miracolosi, fino ad arrivare alla formula magica di Roberto Speranza, quella “tachipirina e vigile attesa” che avrebbe causato decine di migliaia di morti, per non parlare del Green Pass.
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Vessazioni e persecuzioni

Un anno dopo ecco la desecretazione dei verbali: lo scempio è ufficializzato. L’ex capo Agostino Miozzo dichiara ai giornali che, nel Cts, di errori non ne hanno mai fatti, era la situazione ad essere poco chiara. Certo. Sotto il controllo tecnocratico del Cts abbiamo subito un vero e proprio abuso mentale, un ammasso informe di puzzolenti menzogne come “Il greenpass rende gli ambienti sicuri, garantisce ai vaccinati di non contagiarsi, chi non si vaccina muore” (Mario Draghi); “I vaccinati non contagiano, ai novax renderemo la vita un inferno, li perseguiteremo” (Pierpaolo Sileri); “Torturiamo i novax coi tamponi fino al cervello” (Renato Brunetta); “Staneremo i no vax casa per casa” (Francesco Paolo Figliuolo). E queste sono solo una manciata delle centinaia di vessazioni perpetrate quotidianamente nei confronti di chi non si piegava.
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Le profezie mancate degli espertoni

Vogliamo parlare poi dei soggettoni che componevano il vergognoso Comitato? Vogliamo ricordare le profezie di Abrignani che annunciava “2.500 morti al giorno da febbraio”? I Ciciliano, gli Speranza, i Ricciardi per i quali l’emergenza non è mai finita e mai finirà? Personaggi che ritengono necessario che si abbia un lasciapassare vita natural durante per non si sa quale motivo. Anzi, in realtà si sa. Mascherine all’aria aperta imposte in modo demenziale che ancora oggi siamo costretti ad indossare, silenzio omertoso sugli effetti avversi dei sieri magici, sempre nascosti, negati e taciuti, clamorosi dietrofont sia dei componenti del Cts che dei virologi assoldati dai mainstream media, come quello del succitato Abrignani, che in tutta scioltezza passava dall’assicurare per la terza dose una copertura di dieci anni a una di dieci settimane.

Finisce il Cts ma il tormento continua

E qual è il retaggio di questi signori? Una società costantemente sotto ricatto, umiliata e privata dei propri diritti anche dopo la fine dello stato d’emergenza. Hanno ancora il coraggio barbaro di vociferare di quarta e quinta dose. Ma a chi sembra normale assumere quattro, cinque vaccini in un anno? Eppure a tanto sono arrivati, tramite una politica di discriminazione, di imposizione e di repressione che non finirà né il primo aprile né il 15 giugno. E il green pass? Un’altra eredità del Cts con cui dovremo fare i conti ancora a lungo, nostro malgrado.
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Una cosa è certa: non sentiremo la mancanza dell’ennesimo carrozzone lottizzato, di cui tutti ambivano a far parte e di cui buona parte ora verrà sistemato altrove, giusto per aver assolto bene al proprio compito.

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