Una sinistra che oggi punta, unita, il dito contro Vladmiri Putin, dipingendolo come il nemico da abbattere per fermare la guerra in corso in Ucraina. E che però in passato era stata decisamente meno ostile nei confronti del leader russo, per usare un eufemismo. Questo l’argomento principale dell’ultima puntata della trasmissione Dritto e Rovescio, in onda su Rete 4 e condotta da Paolo Del Debbio. Ospiti in studio il senatore del Pd Davide Faraone e il direttore della Verità Maurizio Belpietro, protagonisti di un duello senza esclusione di colpi.
Proprio mentre Faraone si era lanciato in una dura condanna a Putin, definito un autocrate e il responsabile indicusso dell’esplosione del conflitto, ecco che infatti è arrivata la replica di Belpietro: “Fino all’altro giorno andavate a stringergli la mano e a fare gli accordi e oggi scoprite che è diventato un autocrate”. Il giornalista ha poi ricordato quando l’allora premier Enrico Letta “era stato l’unico capo di Stato europeo che sia andato ai giochi invernali di Sochi quando tutti erano contrari”.
“Era lì sorridente con Putin. L’avete scoperto oggi che in Russia c’è un’autocrazia? Poi è Mosca che fa disinformatia…” è stato l’attacco di Belpietro. “Hai ragione sulla valutazione di Putin, è stato sottovalutato come personaggio pericoloso tanto è vero che siamo riusciti ad avere” una dipendenza dal gas russo, che rappresenta il 40 per cento delle importazioni, è stata poi l’ammissione di Faraone. Controreplica: “E quegli accordi chi l’ha firmati? Enrico Letta. E adesso vuole tagliare il gas per affamare i russi”.
Faraone a quel punto ha insistito sul rischio di fare il gioco della Russia da parte di chi mette in dubbio la versione ucraina del massacro di Bucha, ad esempio, sostenendo la propaganda del Cremlino. Con Belpietro a ricordare come la propaganda in guerra è spesso da entrambe le parti, come dimostrato dal caso dell’Isola dei serpenti avvenuto all’inizio della guerra: i russi erano sbarcati sul piccolo avamposto ucraino nel Mar Nero e si era diffusa la notizia che i militari che lo presiedevano erano stati trucidati. Poi si è appreso che non era così, erano stati catturati dai russi e dopo qualche tempo rilasciati nell’ambito di uno scambio di prigionieri.
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