Pfizer – BioNTech è stata chiamata a compilare alcuni questionari forniti dall’autorità di controllo della borsa statunitense. Da uno di questi modelli inviati alla SEC, la Securities and Exchange Commission, emergono dichiarazioni quanto meno ambigue, poiché in netta contraddizione con la narrazione mainstream esposta fino ad oggi, svelando alcuni dettagli che mai sono stati ammessi pubblicamente prima d’ora in sede sanitaria. Il documento ufficiale non metterebbe in discussione solo l’efficacia del vaccino, ma anche il suo status di farmaco “approvato in modo permanente”.
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Rischi e false rassicurazioni
I soldi, si sa, sono una cosa seria. Forse la salute pubblica un po’ meno. Questa è la lezione che si può dedurre dalle dichiarazioni di Pfizer, che dapprima ha ottenuto le autorizzazioni condizionate al commercio dei propri vaccini inondando il mondo intero di rassicurazioni e percentuali a dir poco ottimistiche in tema di efficacia del proprio vaccino, salvo poi mettere in dubbio quanto raccontato fino ad oggi, esponendo all’autorità finanziaria statunitense i possibili rischi a cui la compagnia potrebbe andare incontro.
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Due pesi e due misure
Se i soldi sono una cosa seria ecco allora che gli investitori devono essere tutelati, mettendoli a conoscenza di quei reali fattori di rischio che, fino ad oggi, sono stati abilmente sottaciuti alle popolazioni che quel vaccino lo hanno ricevuto. Le comunicazioni alla SEC ed agli organi di controllo devono essere serie, realistiche e dimostrabili. Con loro non si può scherzare. Dunque, su alcune di queste comunicazioni, Pfizer è stata costretta a mettere in guardia gli investitori sui possibili rischi finanziari legati allo sviluppo del proprio vaccino anti-Covid. Ecco allora emergere alcune frasi particolarmente preoccupanti.
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Le ammissioni di Pfizer – BioNTech
A Pagina 6 del modello 20-F inviato, appunto, alla SEC, BioNTech mette nero su bianco i cosiddetti “fattori di rischio” in cui gli investitori finanziari potrebbero incorrere. Ebbene, andiamo a tradurre ed elencare i punti più interessanti:
- Le nostre entrate dipendono fortemente dalle vendite del nostro vaccino contro il COVID-19 e le nostre entrate future dal nostro vaccino contro il COVID-19 sono incerte.
- Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino COVID-19 e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente negli Stati Uniti Stati, Regno Unito, Unione Europea o altri paesi in cui è stato autorizzato per l’uso di emergenza o concesso un’approvazione all’immissione in commercio condizionale.
- Eventi avversi significativi possono verificarsi durante i nostri studi clinici o anche dopo aver ricevuto l’approvazione normativa, che potrebbe ritardare o interrompere gli studi clinici, ritardare o impedire l’approvazione o l’accettazione da parte del mercato di uno qualsiasi dei nostri prodotti candidati.
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Incertezza su efficacia e sicurezza
Dunque, Pfizer – BioNTech riferisce agli investitori di non essere assolutamente certa di poter provare che il proprio vaccino sia realmente efficace, mettendo in dubbio, quindi, il rilascio dell’approvazione definitiva dagli enti di controllo preposti. Questo è stato scritto su di un documento ufficiale datato 30 Marzo 2022, dopo più di un anno di somministrazioni di massa, di imposizioni, restrizioni e discriminazioni da parte del Governo italiano.
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Discriminazioni e vaccino
Ricordiamo sommessamente che sulla somministrazione massiva di questo vaccino i governi (in particolare il nostro) ha imposto obblighi, multe, pass sanitari e ogni altro tipo di nefandezza. Chi non ha accettato l’imposizione di un prodotto spacciato per completamente sicuro ha subito vessazioni, insulti, discriminazioni sociali e lavorative. Ora si scopre che la stessa compagnia produttrice ammette candidamente (ma solo agli investitori) che c’è la possibilità che il proprio farmaco non venga mai approvato in forma definitiva, a causa del concreto rischio di non riuscire a dimostrare i termini di efficacia e sicurezza previsti dagli organi di controllo.
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Il nodo “approvazione permanente”
I lettori più attenti si ricorderanno della polemica sulla presunta approvazione definitiva della FDA rilasciata sul vaccino Pfizer durante la scorsa estate. Ci si ricorderà anche di come media, giornalisti e virologi da salotto avessero annunciato in pompa magna che “il vaccino non è più sperimentale”, come se la forzatura di un’accelerazione burocratica possa essere equiparata ad anni di studio reale. A quanto pare avevamo ragione noi quando sostenevamo che la suddetta approvazione fosse in realtà un artifizio procedurale. Dal documento si deduce, infatti, che l’approvazione fornita dalla FDA è stata sì definitiva, ma non permanente. Possiamo definirla quindi una “approvazione definitiva provvisoria”, una buona presa in giro, insomma.
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Le bufale dei “fact-checkers”
Eppure, al tempo, Open e Enrico Mentana ci attaccarono duramente, additando la notizia come “fake news”. Ora coloro che impropriamente si autodefiniscono “fact-checkers” ci dovranno spiegare se le parole “Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino COVID-19 e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente negli Stati Uniti Stati, Regno Unito, Unione Europea o altri paesi in cui è stato autorizzato per l’uso di emergenza o concesso un’approvazione all’immissione in commercio condizionale” possano essere interpretate in qualche altro modo perché, se l’inglese non è un opinione, se ne deduce che BioNTech ha scritto nero su bianco che la famigerata approvazione definitiva negli USA, in UK e in UE la devono ancora ottenere. D’altro lato i sempre cosiddetti “fact-checkers” sono già stati più e più volte sbugiardati sul web, rivelandosi essere i primi divulgatori di macroscopiche bufale.
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Le garanzie sono mai realmente esistite?
Alla luce di tutto questo, un altro dubbio sorge spontaneo sul legittimo rilascio della Conditional Marketing Authorization, con cui Pfizer ha potuto commercializzare e distribuire il proprio vaccino fino ad oggi. La questione è stata sollevata da alcune associazioni che hanno querelato AIFA dopo non essere riuscite a visionare la documentazione preposta all’approvazione dell’autorizzazione condizionata, né da AIFA appunto, né da EMA. Quella parte di popolo che ha creduto nei vaccini, come anche quella che è stata costretta a cedere ai ricatti di Stato, merita di sapere come stanno realmente le cose, senza dover possedere necessariamente un pacchetto azionario di Pfizer – BioNTech.
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