“C’è un conflitto in ballo. Si parla di morti: cosa c’entra Sanremo?” Piersilvio Berlusconi, vice presidente e amministratore delegato di Mediaset, si unisce al gran numero di coloro che sono apertamente critici verso la decisione di ospitare in una delle serate di Sanremo, in collegamento video, il sempre presenzialista leader ucraino Volodymyr Zelensky. Al di là di come la si pensi sul conflitto in corso – e Berlusconi subito puntualizza di essere schierato dalla parte dell’Ucraina – il problema è l’opportunità di tale iniziativa, e in tale contesto. Sicché, ancora l’Ad del gruppo televisivo, a margine della conferenza stampa di presentazione dei dati sulla crescita digitale di Mediaset, ha precisato, da editore, che “è difficile decidere quando una richiesta del genere ti arriva direttamente dallo stesso leader ucraino”, invece, da cittadino “che paga il canone”, esprime tutte le proprie perplessità: “Mi sembra, da parte di Zelensky, una ricerca di visibilità che mi turba; c’è un conflitto in ballo, quello di Sanremo non mi sembra il contesto adatto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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E dunque, che Zelensky intervenga a Sanremo, “con tutto quello che si deve dire a favore dell’Ucraina e della situazione che stanno vivendo, non fa piacere”, ha detto ancora Piersilvio Berlusconi. Poi, spiegando la scelta di mandare in onda alcuni programmi di punta durante il Festival, ha affermato: “Non abbiamo alcuna intenzione di fare controprogrammazione al Festival di Sanremo: evitiamo dopo molti anni il disarmo assoluto”, mantenendo in palinsesto, pertanto, i programmi di prima serata di maggior successo. (Continua a leggere dopo la foto)
Una notizia clamorosa dopo 15 anni di “disarmo totale”, come lo ha definito, ma anche una scelta dettata da calcoli ben precisi: se c’è un 60% di italiani che guarderà Sanremo, Mediaset, in tutta evidenza, punta al restante 40%.
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