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Paragone alla Ruocco: “La Commissione d’inchiesta banche fa solo incazz*** i risparmiatori”

Pubblicato il 21/09/2020 16:08 - Aggiornato il 22/09/2020 11:58

Carla Ruocco attacca, Gianluigi Paragone risponde. Mettendo in evidenza come uno strumento sulla carta importante come la Commissione d’inchiesta sulle banche sia, al momento, totalmente priva di una reale efficacia, inutile perché resa tale proprio da chi dovrebbe brandirla come arma in difesa dei cittadini. E confermando un nervo scoperto all’interno di un Movimento Cinque Stelle che non è ancora stato in grado di dare una risposta a chi, truffato dalle banche, attende che sia fatta giustizia da tanto, troppo tempo.

Paragone alla Ruoco: "La Commissione d'inchiesta banche fa solo incazz*** i risparmiatori"

La Ruocco aveva scritto su Facebook: “Da quando è operativa la Commissione d’inchiesta sulla banche, non ho avuto mai il piacere di vedere la partecipazione di Paragone. Domani ci sarà l’audizione su MPS, dopodomani sulla Popolare di Bari, ci degnerà finalmente della sua presenza?”. Un post accompagnato da una foto del senatore, passato al Gruppo Misto, e che conteneva in allegato il calendario degli appuntamenti della Commissione. La replica di Paragone, però, non si è fatta attendere.

Paragone alla Ruoco: "La Commissione d'inchiesta banche fa solo incazz*** i risparmiatori"

“Carla Ruocco dice che la commissione d’inchiesta è operativa e mi rimprovera di non essere mai andato – ha risposto il leader di Italexit, No Europa per l’Italia – Confermo. Non sono mai andato al corso di flauto traverso che lei chiama Commissione d’inchiesta. Fintanto che non renderà pubblici gli elenchi di chi ha preso i soldi (tanti) in prestito dalle banche senza mai restituirli per me non c’è nessuna vera commissione d’inchiesta degna di questo nome. La Presidenza Ruocco sta facendo solo incazzare i risparmiatori fregati dalle banche e sorridere i banchieri e gli amici del sistema”.

Paragone alla Ruoco: "La Commissione d'inchiesta banche fa solo incazz*** i risparmiatori"

Una Ruocco che, probabilmente, ha il dente avvelenato con il senatore anche per altre vecchie ruggini. Accusata di ritardi nelle restituzioni da Paragone a dicembre 2019, era stata costretta ad ammettere: “È vero, ho un ritardo di circa 3 mesi su oltre 70 mesi di restituzioni e ciò a causa del mio impegno notte e giorno sul decreto fiscale. Rassicuro Paragone che al rientro sistemerò i mesi mancanti”. Non proprio una bella figura. Alla quale se n’è aggiunta, ora, una più recente ma sulla stessa falsariga.

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