“Crediamo che non ci sia alcun bisogno di nuovi strumenti di finanziamento europei o di nuovi debiti comuni. Bisogna utilizzare al meglio i fondi che abbiamo già”. A dirlo, al termine dell’incontro con il commissario europeo Paolo Gentiloni, è il ministro delle Finanze tedesche Christian Lindner. Quindi, di fatto, il ministro delle finanze europee. E infatti non è un caso che il suo pensiero sia quello – identico – della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Da una parte chi chiedeva un aiuto europeo per fronteggiare la crisi, dall’altra l’Europa che si sottrae. La vittima predestinata? L’Italia, ovviamente. Il commissario Paolo Gentiloni, per conto del nostro Paese non solo, e il suo collega francese ThierryBreton hanno molto insistito negli ultimi mesi per spingere l’Europa a dare nuovi aiuti, ma Ursula von der Leyen ha deciso di sposare la linea del governo tedesco, contrario all’emissione di nuovo debito. Come accade sempre, la Germania decide, l’Ue esegue, l’Italia si attacca. Le parole testuali dei vertici Ue sono state: “La Commissione europea non intende emettere nuovo debito comune per aiutare gli Stati a finanziare la crisi industriale”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il governo italiano, Meloni in testa, in realtà sperava in uno spiraglio e in nuovi aiuti, ma non c’è possibilità. Ancora una volta l’Ue sbatte la porta in faccia a un Paese in difficoltà. La proposta italiana era anche stata ben accolta dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ma nei fatti non esiste nulla. L’unica cosa che farà la Commissione sarà pubblicare delle nuove lineeguida che offriranno ai governi più “flessibilità per adattare i piani al contesto attuale e per preparare i capitoli di RePowerEU”. Di fatto, ci si dovrà arrangiare con i fondi del Pnrr che ora possono, attraverso la flessibilità, essere spostati su capitoli che riguardano la crisi. Bruxelles accetterà le modifiche ai piani nazionali per tenere conto “dei problemi derivanti dall’interruzione delle catene di approvvigionamento, dell’aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione”. (Continua a leggere dopo la foto)
Cosa accadrà dunque? L’Ue consentirà una semplificazione normativa, un accesso più rapido ai finanziamenti; un miglioramento delle competenze, un’apertura del commercio per avere filiere resilienti. Sul piano della concretezza, del “cash”, però non ci sarà nulla. La prima partita europea della Meloni, dunque, si conclude con una sconfitta. Una sconfitta che però non riguarda solo il nostro Paese, ma anche gli altri più “deboli”. Una sconfitta che, a dirla tutta, è proprio dell’Europa, di nuovo succube del volere tedesco e incapace di aiutare chi ha più necessità.
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