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Non paghiamo! Ecco in quanti (un’enormità) non pagheranno affitto e bollette: “Italiani ridotti in miseria dai partiti”

Pubblicato il 09/09/2022 10:33

Prima l’emergenza Covid, con il governo che impediva alle imprese di lavorare promettendo aiuti arrivati soltanto in minima parte, e in estremo ritardo. Poi l’emergenza gas, con l’inverno che si preannuncia più difficile che mai e le bollette che potrebbero schizzare verso cifre mai viste prima. E così le famiglie italiane si sono trovate nella condizione di dover alzare bandiera bianca, abbandonate a loro stesse. Un allarme rilanciato in queste ore dal presidente Ancc Coop e Coop Italia Marco Pedroni: “L’inflazione è la più subdola delle tasse, perché colpisce dove non dovrebbe”.

Attraverso le pagine de La Stampa, Giuliano Balestreri ha riassunto la situazione che gli italiani si trovano oggi a fronteggiare: un rincaro del 32% sul burro, del 21% sui cereali, dell’11% sullo zucchero. “L’energia pesa ma c’è anche chi specula” ha spiegato Maura Latini, amministratore delegato Coop. E la situazione di disagio è destinata a crescere, con l’autunno e l’inverno che rischiano di trasformarsi in stagione drammatiche per tante famiglie, già ora in difficoltà nel far fronte ai tanti aumenti, di fronte ai quali il governo e l’Europa continuano a promettere soluzioni che non arrivano.

Le cifre parlano di un 57% di cittadini che fatica a pagare l’affitto, mentre il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento. Guardando alle bollette, un italiano su tre potrebbe trovarsi nella condizione di non riuscire più a pagarle entro Natale. Anche perché l’inflazione all’8% costa una perdita media del potere d’acquisto per famiglia di 2.300 euro nel corso del 2022, una cifra che potrebbe proiettare tante famiglie in un regime di razionamento obbligato, costrette a tagliare ogni spesa considerata superflua.

Gli italiani che vivono una situazione duratura di povertà alimentare, sanitaria, energetica o educativa sono 18 milioni, 5,8 milioni in più rispetto allo scorso anno. L’Italia è finita agli ultimi posti nella graduatoria europea per il rapporto tra costo della vita e stipendi, con il 10,1% dei dipendenti a tempo pieno considerato a rischio povertà. Un dato che sale addirittura al 20% per i lavoratori part-time.

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