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“Morta schiacciata fra i rulli di un macchinario”. Ma all’azienda poco importa e fa una scelta disumana

Pubblicato il 08/11/2022 15:43 - Aggiornato il 20/11/2023 15:15

Un’altra tragedia nel mondo del lavoro italiano. Nicoletta Palladini, che lavorava in una vetreria di Borgonovo Val Tidone, a venti chilometri da Piacenza, è morta sul lavoro schiacciata dai rulli di un macchinario. Due figli ormai grandi e una vita intera, più di 26 anni di lavoro, trascorsa a fare i turni in azienda, tanto da diventare una delle coordinatrici del reparto Controllo qualità del vetro cavo lavorato nell’area a caldo. I colleghi intanto hanno proclamato otto ore di sciopero “perché, nonostante le richieste dei sindacati di sospendere la produzione, nessun reparto si è fermato. Neanche in segno di lutto e di rispetto per la morte di Nicoletta”. Quello che faceva lei, il controllo qualità “non doveva essere un lavoro pericoloso. Soprattutto da quando, nel 2020, con gli investimenti dell’industria 2.0, i proprietari avevano acquistato il nuovo macchinario che risparmiava agli operai la fatica di caricare e scaricare i bancali coi prodotti finiti, bicchieri, bottiglie, vasetti, dai rulli che li trasportano”, spiega a La Stampa Stefano Rossi della Filctem Cgil di Piacenza. (Continua a leggere dopo la foto)
“Schiacciato da una trivella”. Ancora un incidente sul lavoro fatale: il dramma di un operaio

Il macchinario che ha ucciso Nicoletta Palladini viene chiamato “la navetta”. Nicoletta, 50 anni, è stara schiacciata in un corridoio troppo stretto, tra un rullo e l’altro. Scrive Monica Serra: “Faceva il turno di notte, ma i suoi colleghi in quel momento erano lontani da lei. La navetta si era bloccata già una prima volta all’una e mezza”. La seconda, poco dopo le due. “Non una cosa insolita, anzi – racconta una collega -. La navetta si blocca ogni volta che qualcuno entra nel suo raggio di azione”. Tutti quei sensori dovevano garantire maggiore sicurezza, ma così non è stato. “Forse Nicoletta è intervenuta per farla ripartire – la cabina comandi è alle spalle – ma qualcosa è andato storto”. (Continua a leggere dopo la foto)

Si legge ancora su La Stampa: “Se si è trattato di un malfunzionamento della navetta lo scopriranno i carabinieri del comando provinciale, coordinati dalla procura diretta da Grazia Pradella che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e sequestrato il macchinario. L’allarme è scattato poco dopo le due e mezza di notte. I colleghi hanno provato a liberare il corpo della donna, chino sui rulli, ma non ci sono riusciti. Per farlo sono intervenuti i vigili del fuoco e poi i soccorsi del 118, ma nulla: per Nicoletta non c’era più niente da fare”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tutta la sua famiglia si stringe ora nel dolore, quei due figli ormai grandi che tanti sacrifici Nicoletta aveva fatto per mandare all’università. “Siamo sgomenti, non sappiamo più cosa fare per garantire la sicurezza”. Sconcertati anche colleghi e sindacati: “In nome di Nicoletta abbiamo indetto l’assemblea permanente e poi lo sciopero. L’unica cosa che sappiamo, davanti a questa mattanza, è che in tema di sicurezza non si fa mai abbastanza – sottolinea Massimo Pelizzari di Femca Cisl Parma e Piacenza davanti al cancello dell’azienda -. Per questo dobbiamo andare avanti, pretendere delle risposte, fare il possibile perché quel che è successo non si ripeta più”.

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