Conti correnti chiusi per pregiudizio ideologico, a chi manifesti pensieri dissenzienti. Non accade solo nelle dittature, evidentemente. Il fenomeno del debanking nel Regno Unito, di cui si è parlato in giugno, a seguito della chiusura del conto di Nigel Farage, il promotore della Brexit, pare non essere affatto un caso isolato. Le banche inglesi chiudono qualcosa come mille conti al giorno, e il caso di Nigel Farage non è che il più clamoroso, se pensiamo che la banca Coutts appartiene al gruppo Nat West che a sua volta è posseduto al 39% dal governo. Ebbene, Farage aveva ricevuto tale trattamento fuori non per incapienza, ma a causa “dei suoi commenti sulla Brexit e i suoi legami con Donald Trump e Novak Djokovic”. Era dunque una “Politically exposed person”, come se fosse una motivazione plausibile per colpire un individuo nelle proprie libertà fondamentali. Anche se, a seguito dell’intervento del premier Sunak e del ministro delle finanze Hunt, si sono dimessi l’amministratore delegato di Nat West e il Ceo di Coutts, Alison Ros e Peter Flavel, come dicevamo, sono tantissimi i casi analoghi: lo stesso Nigel Farage, che giustamente parla di “persecuzione politica ai massimi livelli”, ha aperto il sito AccountClosed.org per raccogliere segnalazioni su altri debanking. Inoltre, come leggiamo su La Verità, il britannico Daily Mail, dopo una richiesta di accesso agli atti inoltrata alla Financial conduct autority, ha citato la spropositata cifra già anticipata: mille conti correnti chiusi ogni giorno nella civilissima Inghilterra. I conti chiusi, nel 2016, erano meno di 50mila, mentre solo l’anno scorso sono stati 350mila. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le vittime illustri
Aziende, privati, persino enti di beneficenza sono finiti sotto la scure degli istituti di credito. Le banche stesse parlano di “etica aziendale” – così ottenendo punteggi sociali e di governance più elevati – e hanno complessivamente censito 90mila cittadini come “Persone politicamente esposte”. Tra questi, anche il giornalista Simon Heffer, “reo” forse di essere vicino allo stesso Farage. Tra gli altri, troviamo anche Dominic Lawson, figlio dell’ex cancelliere dello scacchiere Nigel, omologo del nostro ministro delle finanze. Proprio il padre di Lawson, oggi scomparso, aveva osato esprimere perplessità sul nuovo dogma dei cambiamenti climatici. Stuart Campbell, invece, è un blogger indipendentista scozzese la cui banca, First Direct, gli ha cancellato il conto, e senza preavviso: se ne è accorto al supermercato, tentando invano di pagare la spesa. (Continua a leggere dopo la foto)
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Non solo nel Regno Unito
Ma anche Stati Uniti e Canada non sono immuni a questa inquietante tendenza. Negli USA, PayPal, la nota applicazione di pagamenti elettronici, ha sospeso i pagamenti da parte di Toby Young, attivista per la libertà di espressione. Come si ricorderà, in Canada lo stesso governo guidato da Justin Trudeau ha sospeso i conti correnti dei camionisti che protestavano contro il Green pass, aderendo al “Freedom convoy”. In totale, quasi otto milioni di dollari, tra i conti correnti di duecento partecipanti e simpatizzanti delle manifestazioni di protesta sono stati “congelati”. La beffa è arrivata anche a chi aveva semplicemente effettuato delle donazioni: la piattaforma di crowdfunding GoFundMe ha trattenuto milioni di dollari di donazioni rivolate ai camionisti.
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Il rischio è evidente
Precedenti davvero allarmanti che ci fanno chiedere se la smania dell’abbandono dell’uso del contante, in favore di pagamenti esclusivamente elettronici, non nasconda un pericolosissimo rischio per la democrazia e la libera circolazione delle idee. Basterebbe un click per bloccare ogni attività ai dissenzienti, ai personaggi scomodi o, semplicemente, a una “Politically exposed person”.
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