Potrebbe tranquillamente essere una delle puntate di una nota serie distopica, e invece è già realtà. Se non ti allinei al pensiero unico sui vaccini, sul clima, sul green, sulla cultura Lgbt etc., hai grossi problemi in banca e il tuo conto corrente potrebbe essere addirittura bloccato (come successo a Farage e non solo). Il tutto è ammantato sotto la coltre dei cosiddetti “standard etici” (che in realtà sono – come scrive giustamente Francesco Borgonovo, “standard politici deliberatamente stabiliti dai vertici delle multinazionali talvolta a dispetto delle leggi degli Stati”). Lo sperimentiamo già da anni con le varie piattaforme social ad esempio, dove basta poco per essere bloccati o addirittura cancellati se dici qualcosa al di fuori del cerchio prestabilito. Ma alle banche non ci si era ancora arrivati. Il congelamento di un profilo social è infatti poca cosa a confronto con il congelamento del proprio conto corrente. Ma come funziona? (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo spiega molto bene Francesco Borgonovo su LaVerità: “Nel 2022, le autorità canadesi decisero di stroncare la clamorosa protesta dei camionisti, il cosiddetto Freedom Convoy. In quell’occasione, la Royal Canadian Mounted Police congelò la bellezza di 206 prodotti finanziari, compresi conti bancari e aziendali e fermò transazioni per un totale di 3,8 milioni di dollari. Poiché i camionisti manifestavano contro le restrizioni covid, furono presentati come pericolosi no vax”. Ma quello era solo l’inizio. Perché poi si è arrivati al congelamento delle carte di credito dei cittadini russi presenti sul suolo europeo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Poi è stata la volta – incredibile – del noto politico britannico Nigel Farage, leader e simbolo della Brexit, a cui è stato bloccato il conto corrente. Come? E perché? (Continua a leggere dopo la foto)
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A marzo, la banca Coutts (parte del Natwest group, nel quale lo Stato inglese è presente con il 39%) ha deciso di bloccargli il conto corrente. Perché? Spiega Borgonovo: “Farage, alla fine di giugno, ha denunciato l’accaduto sostenendo che si trattasse di una «persecuzione politica», una sorta di «vendetta per la Brexit»”. In un video diffuso poi sui social, Farage ha condiviso il rapporto che la banca ha stilato sul suo caso. Sintetizzano Daily Mail e Telegraph che Farage è stato buttato fuori non per problemi economici ma a causa “dei suoi commenti sulla Brexit e i suoi legami con Donald Trump e Novak Djokovic”. Roba da pazzi. Gli analisti della banca, in un passaggio letto da Farage, scrivono: “La posizione finanziaria del cliente è sufficiente per mantenerla su base commerciale. Sebbene sia accettato che non siano risultate condanne penali… sono stati dimostrati commenti e comportamenti che non sono in linea con lo scopo e i valori della banca”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Conto corrente bloccato, non solo Nigel Farage
Quindi se sei per la Brexit (come la maggioranza dei britannici visto l’esito del referendum) e viene etichettato come trumpiano e no vax, allora viene buttato fuori dalla banca. Ma attenzione, perché come starete notando non parliamo di casi isolati. E non si deve per forza essere Farage per subire questo sopruso. Qualcosa di simile è accaduto anche a un blogger tedesco residente a Cipro, Hadmut Danisch. La colpa? Un articolo in cui sosteneva che fosse legittimo definire “grassa” la leader tedesca dei Verdi, Ricarda Lang. Deutsche Bank gli ha subito bloccato il conto corrente su cui riceveva donazioni dai lettori.
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