452mila ingressi previsti in tre anni. Questo il risultato del dpcm approvato nelle ultime ore dal COnsiglio dei ministri, contenente la “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025”. Il governo guidato da Giorgia Meloni, dunque, ha previsto complessivamente l’arrivo di 452mila persone, a fronte di un fabbisogno rilevato di 833mila unità, con 136mila ingressi nel 2023, 151mila nel 2024 e 165mila nel 2025. Nel documento, riportato da Avvenire, sono state anche estese le categorie professionali e i settori produttivi coinvolti: assieme a elettricisti e idraulici, una quota specifica è stata riattivata per gli addetti ai settori dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tra le categorie sono state anche aggiunte quelle dei “lavoratori per il trasporto passeggeri con autobus e per la pesca”. Confermati, per il lavoro autonomo e subordinato non stagionale, i settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia, turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare, della cantieristica navale. Stesso copione anche per il lavoro subordinato stagionale i settori agricolo e turistico-alberghiero. (Continua a leggere dopo la foto)
Nell’ambito dell’agricoltura e del turismo, sono state riservate specifiche quote per i lavoratori provenienti da Paesi di origine o di transito che sottoscrivono accordi per facilitare la migrazione regolare e contrastare quella irregolare. Il nulla osta all’ingresso in Italia per svolgere lavoro stagionale, anche per più anni, andrà presentato alle organizzazioni indicate nel decreto. (Continua a leggere dopo la foto)
Il Consiglio dei ministri ha inoltre pprovato, come consentito dalla legislazione vigente, un decreto Flussi integrativo relativo alla programmazione transitoria dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per l’anno 2022, avendo preso atto che le domande d’ingresso per lavoro sono risultate in eccesso rispetto alle quote autorizzate. Nel testo si prevede una quota aggiuntiva pari a 40mila unità, interamente destinata agli ingressi per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero.