Questo Mes s’ha da fare. E ora l’Europa torna a pressare forte l’Italia. Stando a quanto riporta La Stampa, “l’Eurogruppo si aspetta infatti che il Parlamento italiano ratifichi la riforma del Mes ‘il prima possibile’ perché «non esiste un piano B». Negli ultimi due-tre mesi la pazienza di Bruxelles nei confronti dell’Italia su questo dossier ha raggiunto i limiti, ma ora li ha decisamente superati. E venerdì, alla riunione dell’Eurogruppo in programma a Parigi, i partner dell’Eurozona chiederanno conto al ministro dell’Economia, Daniele Franco. «Tutti gli Stati hanno preso un impegno politico» ha ricordato ieri un alto funzionario Ue a Bruxelles. E quell’impegno prevedeva la ratifica della riforma del Mes (detto anche Fondo Salva-Stati) entro la fine del 2021”. (Continua a leggere dopo la foto)
Anche perché dal 1 gennaio 2022 era prevista l’entrata in vigore del cosiddetto “backstop”, vale a dire la sua funzione di paracadute per il Fondo di risoluzione unico delle crisi bancarie, uno strumento che le banche italiane considerano cruciale. “L’Italia, complice anche il delicato clima politico che aveva preceduto l’elezione del presidente della Repubblica, era riuscita in qualche modo a ottenere una dilazione. Se non altro perché il backstop non sarebbe entrato in vigore comunque, visto che in Germania il dossier è bloccato da un ricorso presentato alla Corte Costituzionale: fino a quando non ci sarà il verdetto, il Bundestag non potrà ratificare la riforma del Mes”. Beati loro. Da noi, invece, procederà spedita senza che nessuno possa levarci questo ennesimo cappio dal collo. (Continua a leggere dopo la foto)
La riforma del Mes era stata negoziata dal governo ai tempi del Conte I (al Tesoro c’era Giovani Tria), sostenuto dalla maggioranza composta da Lega e M5S. Spiega ancora Marco Bresolin: “Quando si è trattato di chiudere l’intesa, però, il Parlamento si era messo di traverso, rinviando la pratica. Nel novembre 2020 il governo Conte II (con il ministro Roberto Gualtieri) aveva dato il suo ok in sede di Eurogruppo e i1 27 gennaio del 2021 tutti i Paesi avevano firmato la riforma. Da quel momento è iniziato l’iter per le ratifiche nei vari Parlamenti, senza le quali la riforma non può entrare in vigore”. (Continua a leggere dopo la foto)
L’Italia sarebbe già in ritardo di almeno due mesi sulla tabella di marcia e ora gli altri governi dell’Eurozona non sono più disposti ad attendere. Nel retroscena pubblicato su La Stampa si racconta dei “timori del governo sulla ratifica da parte del Parlamento del Mes, il meccanismo europeo di Stabilità. L’approvazione rischia di spaccare la maggioranza. Nella battaglia in Parlamento contro questo fondo salva-Stati Matteo Salvi-ni, leader della Lega potrebbe ritrovarsi a fare fronte comune con Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia”. Ma sarà davvero così?
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