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Meloni porta discordia in casa Lega: ecco chi avrebbe scelto per l’Economia. Ma a Salvini non va giù

Pubblicato il 11/10/2022 10:55

Quello che potrebbe sembrare un passo incontro, a ben vedere, potrebbe essere in realtà interpretato in senso opposto. Giorgia Meloni apre alla Lega per il ministro dell’Economia, ma il nome che mette sul piatto – certamente con assoluta consapevolezza delle conseguenze – non fa altro che inasprire lo scontro tra i due partiti. La leader di Fratelli d’Italia, premier in pectore, stando alle ultime indiscrezioni non è disposta a cedere la presidenza del Senato per nulla al mondo, è invece propensa ad assegnare al partito guidato da Matteo Salvini il ministero dell’Economia. Come riferisce Repubblica, il piano è quello di promuovere Giancarlo Giorgetti, attualmente ministro dello Sviluppo economico. E nel mondo della politica tutti sanno che solo il sentir pronunciare quel nome fa venire l’orticaria a Matteo Salvini. La mossa di Giorgia, dunque, viene interpretata dal Carroccio come una provocazione di cattivo, cattivissimo gusto. (Continua a leggere dopo la foto)

Si legge nel retroscena: “Matteo Salvini è contrario. Non ha voglia di garantire una postazione così importante a un suo rivale interno. La vive come una provocazione. A meno che la prossima presidente non gli assicuri il ruolo di vicepremier, assieme a una delega minore come Agricoltura o Infrastrutture”. Le alternative tecniche restano per il momento tiepide: Fabio Panetta, Domenico Siniscalco e Dario Scannapieco non hanno dato segnali di apertura a Giorgia Meloni, mentre il nome di Gaetano Micciché resta in secondo piano. Sciolto invece il nodo degli Esteri: dopo la rinuncia di Elisabetta Belloni la carica è destinata ad Antonio Tajani, che ansrebbe così a ricoprire una casella importante in quota Forza Italia. Per il resto? (Continua a leggere dopo la foto)

Alla Difesa è invece pronto Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), con il prefetto Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini, pronto a prendersi il Viminale (proprio al posto del leader della Lega). Il nodo centrale per Giorgia Meloni dunque resta ancora l’Economia. Se la strada che porta a Giorgetti restasse davvero soltanto come una provocazione ai danni della Lega, va anche detto che appare sempre più impraticabile la strada Panetta per la ritrosia dell’attuale membro del board della Bce. Anche la seconda ipotesi si sta indebolendo: Dario Scannapieco, attuale amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, vorrebbe rimanere nella posizione attuale. Nelle ultime ore si è affacciata un’altra ipotesi suggestiva, riportata in un retroscena del Corriere della Sera. (Continua a leggere dopo la foto)

Si tratta di Piero Cipollone, vice direttore generale di Bankitalia che era già entrato nel totoministri all’epoca della formazione del governo Draghi, anche se ai tempi per lui si parlava di ministero dell’Istruzione (era stato presidente dell’Invalsi tra il 2007 e il 2011, scelto dal Dem Fioroni). Di fatto, il suo profilo sarebbe in piena continuità con quello di Franco: un identikit perfetto per rassicurare i mercati. Sul fronte economico, però, l’altra ipotesi è quella di creare un superministero dell’Energia, mai così cruciale come in questa fase. L’indiziato numero uno è l’ex ad di Eni Paolo Scaroni.

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