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“L’Ue ci ha fregato ancora”. Le nuove regole sull’energia sono l’ennesimo regalo alla Germania: quali sono

Pubblicato il 10/10/2022 13:11 - Aggiornato il 10/10/2022 13:47

Abbiamo letto da tante parti, in questi giorni, di “importante passo avanti” fatto dall’Europa verso l’introduzione di un tetto all’energia elettrica. Quello che però giornali e tg continuano a far finta di non vedere è che, per l’ennesima volta, le mosse dell’Ue rischiano di trasformarsi in un boomergan per l’Italia, a tutto vantaggio di altri Paesi. A partire, ovviamente, dalla Germania, già finita nel ciclone per i 200 miliardi di aiuti destinati alle imprese, decisione presa in totale autonomia e nella consapevolezza che molti Stati non avrebbero potuto imitarla.

Come spiegato dal Messaggero, la Commissione europea ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue il regolamento che, tra le altre cose, introduce un tetto ai ricavi dell’energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas. Chi produce e vende elettricità con l’eolico, il solare, le biomasse, i rifiuti, la lignite, il nucleare, l’idroelettrico, il petrolio e anche la torba, non potrà incassare più di 180 euro al Megawattora.

“Il meccanismo funzionerà così: l’energia continuerà ad essere venduta al prezzo di mercato, supponiamo per semplicità che sia di 380 euro al Megawattora. Chi utilizza quell’energia la continuerà a pagare a questa cifra. Ma il produttore potrà “trattenere” solo 180 euro per ogni Megawattora. La differenza, in questo caso 200 euro, dovrà essere girata allo Stato. A quel punto ciascun governo potrà decidere in che modo ridurre le bollette utilizzando questo incasso”. Stando alle stime, però, il governo italiano non riuscirà a incassare molto da questo tetto.

Circa la metà della produzione elettrica italiana è infatti ottenuta da centrali a gas e il metano è fuori dal tetto ai ricavi, così come i grandi bacini idroelettrici e il carbone. L’incasso aggiuntivo per lo Stato italiano non dovrebbe così superare i 3 miliardi di euro. Paesi come la Germania, con un’enorme parco di rinnovabili da sottoporre al cap e tre centrali nucleari ancora attive, potrebbero invece incassare diverse decine di miliardi. Soldi che, se usati per ridurre le bollette alle imprese, finirebbero ovviamente per falsare la concorrenza in Europa: aiuti alle aziende tedesche, le briciole alle italiane. Niente di cui stupirsi, purtroppo, nell’Ue di oggi.

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