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L’Italia che piace a Confindustria? Licenziamenti facili e sanità sempre più privata

Pubblicato il 15/10/2020 11:27

L’Italia di domani? Sì al Mes, no al reddito di cittadinanza e al salario minimo, incentivi alle imprese, sgravi per chi investe. La lotta all’evasione fiscale, tutto sommato, può passare in secondo piano, con meno controlli e sanzioni più blande. E poi licenziamenti facili, lavoro flessibile, sanità sempre più privata. Un delirio? No, semplicemente gli scenario delineati da Confindustria nel volume “Il coraggio del futuro”, all’interno del quale emerge chiara la visione dell’ente che raggruppa oltre 150 mila aziende. E che rischia di diventare presto realtà, con il benestare del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli.

L'Italia che piace a Confindustria? Licenziamenti facili e sanità sempre più privata

Tra i capitoli del testo, pubblicati dal Fatto Quotidiano, uno dei più emblematici è quello riservato al licenziamento. A prendersi cura dei lavoratori non sono le imprese, secondo Confindustria, che anzi dovrebbero poter licenziare più o meno come e quando vogliono, ma lo Stato che deve incaricarsi di sostenere e riqualificare il dipendente una volta che questi è rimasto senza occupazione. Nel capitolo “Un mercato del lavoro più libero e leggero” si auspica che le procedure di licenziamento vengano rese più semplici, estenendo i meccanismi introdotti dalla legge Fornero nel 2012 anche “ai rapporti sorti sotto il regime del contratto a tutele crescente”. La stessa Fornero, d’altronde, aveva raccontato di aver ricevuto pressioni da ambienti di Confindustria quando era ministro del Lavoro per rendere più rapidi i licenziamenti.

L'Italia che piace a Confindustria? Licenziamenti facili e sanità sempre più privata

E ancora: il lavoro deve essere sempre più flessibile, si dovrebbe puntare forte sull’apprendistato come porta di ingresso al mercato del lavoro per i giovani, i lavoratori “devono quindi maturare culturalmente” e smettere di avanzare pretese. Si arriva persino a prospettare quella che sembra essere l’idea di un lavoro a cottimo, con una retribuzione parametrata ai risultati: “Occorre disciplinare questo rapporto non restando rigidamente ancorati a tutte le caratteristiche del contratto di lavoro classico, connotato da uno spazio e da un tempo di lavoro. Serve una regolamentazione che consenta, da un lato, di vedere il lavoro ‘in purezza’ come creatività, sempre più orientato al risultato, e, dall’altro, di remunerarlo per il contributo che porta all’impresa nel processo di creazione del valore” scrivono gli imprenditori.

L'Italia che piace a Confindustria? Licenziamenti facili e sanità sempre più privata

Infine, dopo aver sottolineato l’importanza dei soldi del Mes, ecco l’opinione sul fronte sanità: le prestazioni sanitarie e l’offerta ospedaliere devono essere gestite in base a criteri di ritorno economico, più che guardare a quelle che sono le reali esigenze della popolazione. Si chiede quindi di sviluppare assicurazioni private e cliniche private, con il duplice risultato di ridurre il carico di welfare in capo alla contribuzione aziendale e spostare risorse dal pubblico verso l’imprenditoria privata. Niente male davvero, l’Italia del futuro che piace a Confindustria. Chissà se qualcuno, dalle parti del governo giallorosso, se n’è accorto.

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