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L’Europa ci stringe il cappio intorno al collo. Pronto il provvedimento che può mettere in ginocchio l’Italia

Pubblicato il 21/10/2022 11:10 - Aggiornato il 23/06/2023 11:53

Una fazione sempre troppo nutrita di politici nostrani continua da mesi a raccontare agli italiani la bugia di un’Europa benevola, bendisposta, pronta a trascinare il nostro e gli altri Paesi membri fuori dalla crisi economica ed energetica. Una sorta di entità angelica alla quale indirizzare i nostri pensieri e le nostre preghiere durante queste settimane complicate, segnate dalla prosecuezione del conflitto russo-ucraino e dall’incubo bollette. Nemmeno Giorgia Meloni si è mai discostata troppo da questa narrazione distorta, continuando a invocare unità d’intenti tra i vari Stati Ue. La verità, come sempre, è però ben diversa. Ne è la prova l’ultima mossa della Banca Centrale Europea, che in queste ore ha annunciato le sue prossime mosse sul fronte dei 2.100 miliardi di euro di prestiti straordinari concessi agli istituti continentali. (Continua leggere dopo la foto)

Agevolazioni, quelle garantite dalla Bce, che potrebbero essere definitivamente ritirate il prossimo 27 ottobre, come fatto già trapelare da diverse testate. Secondo il Sole 24 Ore le conseguenze per le banche europee potrebbero essere gravi, con Spagna e Italia tra le più colpite. L’ennesima mossa, insomma, che finirà per danneggiarci in maniera pesante. “Le banche che hanno la maggiore esposizione in assoluto sono le tedesche e le francesi – si legge in un rapporto di Citi – ma quelle che avrebbero il maggior impatto sul margine sono le italiane e spagnole”. (Continua a leggere dopo la foto)

Non bastassero le brutte notizie, sempre il 27 ottobre la Bce potrebbe aumentare anche i tassi d’interesse, con un ritocco all’insù di altri 75 punti base. In questo modo i tassi di riferimento salirebbero da 1,25% al 2%, mentre sui depositi delle banche da 0,75% a 1,50%. Una conseguenza dell’esplosione dell’inflazione, arrivata nell’Eurozona al 10% nel corso del mese di settembre. (Continua a leggere dopo la foto)

Con l’inflazione a doppia cifra, “il solo rialzo dei tassi Bce rischia di rivelarsi poco efficace per frenare la corsa dei prezzi. C’è ancora eccessiva liquidità sui mercati, alimentata dalla stessa Francoforte. Ad oggi, l’istituto reinveste i proventi incassati con i bond in scadenza che detiene in portafoglio. Lo fa sia per gli asset posseduti con il ‘quantitative easing’, sia con quelli legati al PEPP. Questi ultimi saranno riacquistati fino a tutto il 2024”.

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