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Le regole non valgono per tutti: il giudice pizzicato a pranzo fuori in piena zona arancione

Pubblicato il 17/02/2021 09:57 - Aggiornato il 17/02/2021 10:01

Seduto a tavola in uno dei ristoranti di Roma più rinomati per la qualità del pesce. In un giorno in cui, dettaglio non da poco, la capitale e il Lazio intero si trovavano in zona arancione e, quindi, il servizio dei locali era teoricamente sospeso. E invece, le telecamere de Le Iene hanno pizzicato il giudice Nunzio Sarpietro, 68 anni originario di Catania, infilarsi nella porta del Chinappi, in zona Porta Pia, e prendere posto insieme alla figlia e al genero lo scorso 28 di gennaio, come niente fosse.

Le regole non valgono per tutti: il giudice pizzicato a pranzo fuori in piena zona arancione

Sarpietro era uscito dalla sede del governo, dove in qualità di giudice per le indagini preliminari aveva ascoltato l’ex premier Giuseppe Conte raccogliendone la testimonianza nel processo che vede imputato Matteo Salvini per lo sbarco ritardato dei migranti a bordo della nave Gregoretti. Terminata l’incombenza, eccolo entrare al Chinappi. Saracinesche abbassate come da Dpcm anti-Covid ma tavolo unico per Sarpietro e i suoi accompagnatori. Di fronte alle domande de Le Iene, il diretto interessato ha obiettato: “Trovo incredibile che il giornalismo italiano si sia ridotto a seguire un giudice in un ristorante”.

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Le regole non valgono per tutti: il giudice pizzicato a pranzo fuori in piena zona arancione

Sarpietro ha poi spiegato: “Venivo a Roma dopo tanto tempo e ne approfittavo per salutare mia figlia. Non pensavo di suscitare questo clamore. È stata lei con mio genero a prenotare in questo ristorante amico, non certo io a chiedere favori come giudice”. Nel servizio registrato da Le Iene, è evidente l’imbarazzo dei presenti, con il magistrato a mettere le mani avanti: “Sono solo tre piattini freddi e un goccio di vino”. Il ristoratore, invece, si è presto rassegnato: “Pagherò io la multa quando arriverà”. Immagini che hanno ovviamente suscitato la rabbia dei tanti romani che, invece, per mesi sono stati costretti a rinunciare alla possibilità di un pranzo fuori.

Alla fine, Sarpietro ha fatto retromarcia e chiesto scusa per l’accaduto: “Sì, ho commesso una sciocchezza, seppure veniale. Ho chiesto scusa al ristoratore per averlo messo in questa situazione. Non credevo potesse esserci tanto clamore. Dopodiché si tratta di una multa che pagherò”. Poi, però, ha avanzato un sospetto: “Se questa vicenda vuole essere un tentativo di screditarmi come giudice, lo dicano. Non si può giudicare un magistrato per queste cose. Non ho ancora capito se vogliono che il processo Gregoretti si faccia o meno”.

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