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Le Regioni all’attacco di Speranza: “Ha già pronti nuovi tagli sulla Sanità”

Pubblicato il 01/02/2022 14:07 - Aggiornato il 07/12/2022 18:14

Dalla pandemia di Covid a un’altra emergenza sanitaria, quella diglia delle difficoltà degli ospedali nel far fronte ai tagli: questo l’allarme lanciato dalle Regioni e delle associazioni di categoria in queste ore, concordi nel puntare il dito contro il ministero della Salute di Roberto Speranza. Il timore è che un adeguamento al ribasso dei tariffari delle prestazioni mediche potrebbe avere forti ripercussioni sulle prestazioni offerte ai cittadini, tanto nel settore pubblico quanto nel privato.

Come raccontato dal Giornale, a spaventare è l’ipotesi di un adeguamento dei tariffari che sembra al vaglio in queste ore: “Pare che dal ministero guidato da Roberto Speranza l’idea sia quella di ridurre le liste d’attesa, costringendo gli ospedali ad aumentare gli interventi a fronte di un taglio del tariffario, che varia dal 30 all’85%. Ma ragionare sulla sanità solo in termini numerici, senza considerare le implicazioni nel mondo reale, rischia di portare a un risultato opposto rispetto a quello ipotizzato”.

L’aumento degli interventi e quindi un maggiore impiego di risorse rischia infatti di costringere i direttori sanitari a fare salti mortali per trovare una soluione e non sforare il bilancio, in un settore che, denunciano le associazioni di categoria, “vede già i salari più bassi di tutta l’Europa per i professionisti dell’area medica”. Gli adeguamenti sanitari potrebbero riguardare tutte le prestazioni sanitarie, dagli interventi chirurgici alle visite specialistiche fino a esami e attività di ambulatorio.

Le associazioni parlano, per esempio, di un “taglio del 30% sulle risonanze magnetiche nucleari, esami che richiedono un costante aggiornamento tecnologico per garantire una qualità d’immagine sempre più dettagliata, fondamentale per la diagnostica”. Anche se l’adeguamento non è ancora stato approvato, le conseguenze sull’offerta quantitativa e soprattutto su quella qualitativa potrebbero essere “gravi. Le Regioni avranno ancora più problemi e questo porterà a un’ulteriore riduzione nella qualità delle cure e delle diagnosi”.

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