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Alla ricerca di nuova linfa per far girare l’economia: crediti fiscali e debito pubblico come nuova moneta

Pubblicato il 14/02/2020 08:32

di Emanuele Oggioni

In Italia da oltre 20 anni lo Stato incassa (ossia tassa) di più di quello che spende (spesa pubblica): l’effetto netto è quello di drenare denaro al sistema economico domestico per circa 25 miliardi di euro. In altre parole, lo Stato toglie ricchezza ai privati e alle imprese (è la matematica, bellezza!). Oltre allo Stato, anche il sistema bancario (che in Italia è quasi totalmente privato a differenza ad esempio della Germania, ove le banche pubbliche sono oltre il 50% del totale) drena liquidità, nel momento in cui non concede il credito alle imprese. Il motivo principale è normativo (ponderazione del rischio verso le medie e piccole imprese, che sono la spa struttura portante del tessuto imprenditoriale italiano) ed è esacerbato dalla enorme liquidità creata dalla Banca Centrale Europea, che viene impiegata per comprare assets finanziari, tra cui gli stessi titoli di stato italiani (da qui il rendimento addirittura negativo per buona parte della curva dei tassi di interesse e con il BTP decennale sotto l’1%, ai minimi storici).

Il problema è che i soldi, che lo stato risparmia in interessi, sono una frazione di quello che il sistema economico italiano perde a causa del soffocamento della carenza di moneta in circolo nell’economia reale. Anche senza considerare rilevante l’effetto del moltiplicatore keynesiano (quando in realtà il suo effetto sarebbe ora importante a causa dell’elevatissimo livello di disoccupazione e di sotto utilizzo della capacità produttiva a causa della progressiva de-industrializzazione dell’Italia). Partendo dai principi della MMT, la Modern Monetary Theory, esistono altre vie per riavviare la circolazione di moneta nel sistema economico, come la moneta fiscale, non a corso legale come del resto lo è la moneta elettronica bancaria, che vale oltre il 90% del totale del denaro in circolazione.

Facendo girare più scambi monetari si riavviano i consumi interni che sono il vero freno e causa della stagnazione dell’economia italiana, in quanto l’export è riuscito comunque a riprendersi. Le proposte in Italia ci sono da tempo, tra cui i CCF, i certificati di compensazione fiscale. Peccato che la proposta di legge formalizzata da parte del Senatore M5S Pino Cabras sul modello proposto dal professor Marco Cattaneo giace da ormai sei mesi nei palazzi di Roma. Ci chiediamo il perché, visto che l’introduzione dei CCF può essere decisiva per rilanciare i consumi in quanto questi titoli che riducono il carico fiscale sono scambiabili: funzionano come mezzi di pagamento ad accettazione volontaria.

Un’altra idea è quella di utilizzare il debito pubblico come moneta, ossia come mezzo di scambio, proposta in Italia ad esempio da Giovanni Zibordi e Fabio Conditi, presidente di Moneta Positiva, associazione facente parte del IMMR (International Movement for Monetary Reform), presente in circa 30 paesi in tutto il mondo. Nel dettaglio, la proposta consiste nell’offrire a tutti i cittadini la possibilità di avere un Conto di Risparmio (CdR) presso il Ministero del Tesoro, nel quale possano detenere un nuovo tipo di debito pubblico elettronico, sul quale si vedono riconosciuti degli interessi, che ha anche il vantaggio di poter essere trasferito ad altri CdR, come già oggi avviene con la moneta elettronica bancaria.

I vantaggi per i cittadini sarebbero notevoli: il deposito è remunerato e garantito dallo Stato; non è soggetto al bail-in, come oggi avviene per i conti correnti delle banche private. Anche i vantaggi per lo stato sarebbero notevoli: si riduce (o elimina) la necessità di collocare titoli di Stato sui mercati finanziari, evitando in questo modo il “ricatto dello spread”; si mantiene il risparmio in Italia: gli interessi corrisposti resteranno a favore di famiglie italiane e residenti, con innegabili vantaggi per l’economia reale (non vi sarebbe un trasferimento di ricchezza verso non residenti, come è accaduto ed accade oggi con i BTP); infine, la trasferibilità tra CdR produrrò un aumento della circolazione monetaria e quindi un aumento del PIL e delle entrate fiscali per lo Stato.

La trasformazione del debito a scadenza (e quotato sui mercati) in debito perpetuo remunerato non è una novità nella storia ed è stata già sperimentata con successo. La novità è l’innovazione tecnologica, che oggi ci permette di trasformare questo debito perpetuo in moneta, direttamente spendibile dai cittadini. Nei fatti, la Moneta elettronica di Stato è una soluzione perfettamente legale anche oggi all’interno dei Trattati Europei (si emette solo un altro tipo di debito pubblico) e implementabile subito senza dover chiedere permesso alle UE o alla BCE.

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