La marcia della Lega in Europa prosegue spedita, ormai lontana dai toni battaglieri con cui un tempo Matteo Salvini si pronunciava contro l’Ue. Il nuovo obiettivo è quello di avvicinarsi con la mano docilmente tesa verso la Cdu, il partito tedesco di Angela Merkel, uno dei totem di quella Troika contro la quale, in tempi non troppo sospetti, molti militanti del Carroccio si scagliavano. Acqua passata. Il corso più recente porta la firma di Giancarlo Giorgetti, che a metà ottobre si era recato a Berlino accompagnato da Paolo Alì di Alternativa Popolare per incontrare alcuni esponenti dei conservatori tedeschi, in primis il presidente della Commissione Petizioni al Bundestag Marian Wendt.
Dei contatti tra la Lega e il partito della cancelliera tedesca si scrive e parla ormai da tempo. Repubblica scrive di una telefonata in questi giorni da parte dello stesso Giorgetti a Wendt, impegnato a elaborare insieme al vicesegretario federale della Lega un documento che sarà pubblicato all’inizio del 2021, possibilmente con il supporto di entrambi i partiti. Un testo comune sui punti da seguire per rilanciare l’economia dell’Unione, messa in ginocchio dall’emergenza coronavirus, e che dovrebbe vedere la luce prima del congresso di metà gennaio che nominerà il successore alla presidenza della Cdu.
Al momento, il principale indiziato nel ruolo di successore di Angela Merkel è il governatore Markus Soeder, anche se la Lega ha già espresso il proprio favore verso Friedrich Merz, visto come l’uomo giusto per spostare gli orientamenti del partito più a destra. L’occasione è comunque ghiotta, agli occhi di Giorgetti, per iniziare un percorso comune, mano nella mano. Con proposte per risolvere il nodo dell’abbattimento del debito, per esempio, senza però chiederne la cancellazione. I tedeschi, si sa, da quell’orecchio sentono poco, e se si vuole sedere al loro tavolo è bene adeguarsi alle tradizioni.
Un passaggio che non sarà privo di conseguenze anche sul fronte interno. I toni sempre più amichevoli nei confronti della Cdu non potranno, infatti, che andare di pari passo con un graduale ammorbidimento della Lega nei confronti dell’Unione Europea, con una rinuncia ai toni populisti e aggressivi per vestire panni moderati e responsabili, così da ottenere il benestare degli amici della cancelliera. Una strada che Giorgetti vorrebbe percorrere in tutta fretta, con Salvini sempre più convinto della necessità della svolta.
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