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La squadra Meloni è pronta: chi saranno i prossimi ministri (con la benedizione di Mario Draghi)

Pubblicato il 16/09/2022 09:59

Man mano che i sondaggi iniziavano a incoronarla, con largo anticipo, come futura presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha iniziato e portato rapidamente a termine le grandi manovre. Quelle che, tra lo stupore comprensibile di una parte del suo elettorato, l’hanno vista avvicinarsi sempre di più al suo predecessore Mario Draghi, del quale era stata fiera oppositrice salvo poi finire colpita da un vero e proprio di fulmine. Un amore culminato nelle dichiarazioni del senatore FdI Adolfo Urso, che ha parlato di “Italia di nuovo grande grazie a Draghi e Meloni”. Un’intesa ancora più forte in questi giorni.

Con il 25 settembre sempre più vicino e le previsioni che continuano ad attribuire alla coalizione di centrodestra la vittoria, trainata proprio dal risultato di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni pregusta già il momento dell’insediamento a Palazzo Chigi al posto di Draghi. Un’alternanza all’insegna della continuità, visto che, folgorati improvvisamente, tanti fedelissimi FdI hanno iniziato a tessere le lodi dell’agenda dell’ex presidente della Bce. Rassicurando l’Europa, dunque, sulla volontà di proseguire lungo la strada già tracciata, con una squadra che inizia a prendere forma in queste ore.

Stando alle indiscrezioni, infatti, tra i ministri scelti da Meloni potrebbero esserci Guido Crosetto, Vittorio Sgarbi e Antonio Tajani. A rivelarlo è Alberto Maggi su Affari Italiani, che ha pubblicato i nomi del team di governo che potrebbe essere presto all’opera. “Per alcuni dicasteri chiave Meloni avrebbe già le idee chiare: Carlo Nordio alla Giustizia, Giulio Terzi di Sant’Agata agli Esteri, Matteo Salvini all’Interno”.

Nella lista rientrerebbero anche i nomi di Vittorio Sgarbi ministro per i Beni Culturali, Antonio Tajani come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giulia Bongiorno come ministra della Pubblica amministrazione. La presidenza del Senato verrebbe invece affidata a Ignazio la Russa, mentre quella della Camera a Vania Gava. Tutto pronto, insomma, con la benedizione di Mario Draghi. All’insegna del motto: “Fingere di cambiare per non cambiare nulla”.

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