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La rete rischia di rompersi: boom di traffico nel web (+70%) e Zuckerberg ammette il “rischio tilt”

Pubblicato il 30/03/2020 15:50

Il lockdown che obbliga milioni di famiglie a rimanere bloccate a casa, senza poter andare a lavorare o uscire per svagarsi. Le nuove offerte delle varie piattaforme di streaming, in ultimo Disney+ che ha preso il via proprio in questi giorni con prezzi più che concorrenziali. Il risultato? La crisi coronavirus sta mettendo seriamente sotto stress il collegamento dati dei Paesi colpiti dall’epidemia, Italia in primis. Il tutto a causa di una combinazione di fattori che hanno portato un forte aumento del traffico.

La rete rischia di rompersi: boom di traffico nel web (+70%) e Zuckerberg ammette il "rischio tilt"

La società americana Cloudflare stima incrementi del consumo di Internet in Italia pari al 30% rispetto alle precedenti settimane. Un dato rafforzato dalle stime Tim, che già a marzo parlava di un aumento del traffico del 70% riscontrato tra i suoi utenti. Nel frattempo, la Commissione europea ha chiesto ai gestori dei principali servizi di streaming, YouTube in primis, di abbassare la qualità dei servizi offerti per evitare pericolosi congestionamenti. A pesare non è però soltanto la voglia di svago e intrattenimento, ma anche l’improvviso boom dello smart working tra i lavoratori italiani.

La rete rischia di rompersi: boom di traffico nel web (+70%) e Zuckerberg ammette il "rischio tilt"

La situazione, assicurano tutti, al momento è più che gestibile. Ma cosa potrebbe succedere se l’emergenza Covid-19 dovesse prolungarsi ancora per molto tempo, costringendo a casa i cittadini d’Italia e del mondo? Il rischio di un vero e proprio blocco sembra in realtà, fortunatamente, un’eventualità molto remota. Le difficoltà e i rallentamenti, però, sono fortemente aumentati nel corso delle ultime settimane, anche sui siti che forniscono servizi di pubblica utilità. Zuckerberg ha espresso non a caso una certa preoccupazione per la tenuta di WhatsApp, che ha visto raddoppiarsi il traffico e moltiplicarsi, in particolar modo, il ricorso alle videochiamate di gruppo.

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A spaventare il fondatore di Facebook è l’idea che quanto accaduto in Italia e Cina possa ripetersi in ogni Paese del mondo o quasi. E i dati allarmanti che arrivano da Spagna e Stati Uniti in questi giorni sembrano confermare i suoi timori. Il rischio di un vero e proprio tilt della rete, allora, è difficile ma non impossibile. E creerebbe ulteriori problemi in un momento di emergenza già profonda.

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