Che il governo sia ormai totalmente nel pallone, diviso su tutto o quasi e senza una linea comune da seguire, è palese ormai da diverse settimane, con l’esplosione della guerra in Ucraina ad acuire ulteriormente le spaccature interne. Un caos generale all’interno del quale, mentre Mario Draghi affronta il tema della crisi del gas e invita gli italiani a fare sacrifici in nome della pace, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio se ne esce invece così: “Da Mosca arrivano regolarmente le forniture”. Ma allora l’emergenza è soltanto un bluff?
Stando a quanto dichiarato da Di Maio, il gas russo arriverebbe in maniera puntuale e la crisi, dunque, sarebbe figlia di volontà altrui, da ricercarsi con tutta probabilità all’interno dell’Unione Europea. Qualcuno, insomma, lucra sulle tensioni geopolitiche, approfittando per moltiplicare il proprio volume d’affari. Il ministro ha suggerito, per uscire dalla crisi, di introdurre un tetto massimo al costo del metano e ricercare fornitori alternativi alla Russia. Una frase, quest’ultima, che ha scatenato ancora una volta le ire di Mosca.
Il Cremlino, già in passato per nulla tenero con la Farnesina, ha infatti subito tuonato: “Non è la Russia a ricattare l’Europa con il gas, ma piuttosto è l’Ue che ricatta la Russia con sanzioni e forniture di armi a Kiev”. Di Maio ha preferito non rispondere, sottolineando però ancora una volta come “i rincari sono legati a dinamiche speculative”. Il gas da Mosca, insomma, continua ad arrivare e chi si ritrova bollette più care anche del 200%, come segnalato da alcune famiglie, non deve cercare in Putin il responsabile dei suoi guai.
Di Maio ha poi comunque preso il volo per Algeri insieme a Draghi, alla ricerca di ulteriori accordi sulle forniture che permetteranno all’Italia di proseguire nella linea dura contro Mosca garantendosi, allo stesso tempo, le risorse energetiche necessarie. Il ministro ha sottolineato come il nostro Paese si sia mosso, in questo senso, con grande ritardo, ma si è detto ottimista circa la possibilità di mettersi al riparo “dai ricatti della Russia”. Il Cremlino, ancora una volta, non le ha mandate a dire: “Ha fatto un gran pasticcio, come sempre”.
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