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La Brexit resuscita il Made in Italy. Europa in imbarazzo per le richieste della Gran Bretagna

Pubblicato il 23/02/2022 09:14

In un’Unione Europea che puntualmente calpesta il nostro prezioso made in Italy, con crociate continue contro i prodotti provenienti dal Bel Paese, e al Regno Unito che dobbiamo paradossalmente dire grazie. Fuori dai diktat di Bruxelles grazie alla Brexit, le dogane britanniche hanno infatti deciso di chiedere un nuovo adempimento in contrasto con le l’Accordo di libero scambio e che sta creando non poca preoccupazione a molte imprese che puntano forte sull’export e all’intera filiera logistica. E che potrebbe rivelarsi, però, particolarmente benefico per l’Italia.

Con una comunicazione ufficiale, le dogane inglesi hanno infatti introdotto la necessità di indagare l’origine specifica del singolo Stato Ue dei prodotti esportati, e non il semplice riferimento all’Unione Europea. Come spiegato da Sara Armella sulle pagine di Italia Oggi, la notizia fa seguito a una prima comunicazione del 2 dicembre 2021 con la quale veniva chiesto di indicare, per ragioni statistiche, lo specifico Paese Ue di origine dei prodotti, un passaggio che era stato sufficiente a mettere in allarme molte aziende.

Una scelta, quella del governo britannico, che sembra arrivata senza una preventiva consultazione con Bruxelles e difficilmente compatibile con il Trattato di libero scambio firmato tra Ue e Regno Unito, che prevede l’azzeramento dei dazi doganali per le merci originarie delle due parti in accordo. Fuori dall’Unione, Londra ha però potuto ancora una volta agire in piena autonomia, a conferma di come la Brexit sia stata una liberazione per il Paese, non a caso sempre più convinto, sondaggi alla mano, della bontà della scelta di lasciare l’Europa. E l’Italia, zitta zitta, ha di che festeggiare.

La scelta inglese, infatti, permetterà agli italiani di sfoggiare ancora una volta quel marchio “made in Italy” che è da sempre sinonomo di qualità assoluta e che, però, a Bruxelles non piace proprio. Dalla fine del 2021, è infatti venuto meno l’obbligo di etichettatura dell’origine del latte, una scelta dettata dall’Ue e che potrebbe portare nel giro di qualche mese alla scomparsa della dicitura “100% italiano” su latte e formaggi. Un passaggio arrivato dopo la guerra dichiarata dall’Unione ai nostri vini, ai salumi e alle carni rosse, e che potrebbe portare a un grottesco risultato: a godersi prodotti certificati provenienti dal Bel Paese potrebbero essere, alla fine, soltanto gli inglesi.

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